«L’Irpinia non è felix: lo abbiamo detto e ribadito in più di un’occasione. E in particolare durante l’estate scorsa con le vicende del clan Partenio e le altre attività dell’antimafia che hanno riguardato la nostra provincia», così Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino.
«Ribadiamo il concetto oggi a fronte della decisione del consiglio dei ministri di sciogliere il consiglio comunale di Pratola Serra: sono tempi duri, tempi delicatissimi. Anche durante il lockdown abbiamo continuato a sottolineare l’importanza di allargare la trasparenza e i momenti democratici all’interno dei civici consessi e pubblica amministrazione, chiedendo di fare delle consulte per la trasparenza e legalità ed anche per lo sviluppo così da gestire le risorse in maniera condivisa».
«Gli enti locali sono la prima linea dello Stato e devono dare l’esempio ai cittadini: ecco perché la legalità e trasparenza devono essere tutelate attraverso le consulte. Il condizionamento mafioso, è inutile negarlo, c’è nell’Irpinia Felix, ma soprattutto resiste una atavica gestione familistica di alcune strutture pubbliche all’interno di alcuni comuni e amministrazioni».
«Banfield, il sociologo americano, negli anni 50 studiando il Mezzogiorno ha circoscritto il concetto di Familismo amorale con il quale ancora siamo costretti a fare i conti. Per questo, oltre alle consulte nei comuni, abbiamo chiesto alla Prefettura di attivare un Tavolo della legalità provinciale in cui esaminare ed affrontare queste criticità».
«La situazione è delicata. Non possiamo e non dobbiamo permettere che l’illegalità nella pubblica amministrazione e negli ambiti lavorativi diventino la norma. Dobbiamo agire insieme. E farlo subito».