Buone notizie per i precari, anche per i bocciati al concorso: nei prossimi cinque anni potrebbero diventare di ruolo. Ci sarà una procedura veloce per assegnare 80mila cattedre, prima dell’entrata in vigore delle nuove norme.
L’accordo è fatto, concordato con il ministero dell’Istruzione e contenuto nel parere approvato mercoledì dal Parlamento su una delle deleghe della riforma della scuola: il Pd, infatti, ha accettato l’idea di immettere in ruolo circa 80mila precari tramite graduatorie regionali a scorrimento su tutti i posti vacanti e disponibili, in base al fabbisogno reale delle scuole. L’inserimento avverrà sulla base di “procedure di valutazione e selezione” per assicurare la continuità didattica e “tener conto di esperienza e titoli di chi già insegna.
Nelle indicazioni presentate dai parlamentari alle bozze di decreto presentate dalla ministra Fedeli si delinea la cosidetta “fase transitoria” verso il nuovo reclutamento degli insegnanti: concorso dopo la laurea, tre anni di tirocinio e cattedra, un percorso che dovrebbe garantire anche insegnanti più giovani oltre che preparati e testati sul campo. E chiudere la stagione delle graduatorie e delle lungaggini.
La proposta permetterebbe di far proseguire l’iter di assorbimento delle graduatorie a esaurimento (a cui per legge ogni anno è riservato il 50% dei posti liberi su cui si fanno assunzioni) e soprattutto l’assunzione dei vincitori del concorso del 2016, anche derogando al limite del 10% dei posti messi a bando. Sarebbero assunti dove ci saranno posti e necessità.
Nella fase transitoria tracciata dai pareri parlamentari sono inclusi anche i docenti abilitati che oggi sono nelle graduatorie di istituto nelle cosiddette seconde fasce, spesso in cattedra da molti anni e formati con percorsi universitari, tipo Tfa. Si prevede che “siano inseriti entro l’anno scolastico 2017/18 in una speciale graduatoria regionale di merito” sulla base dei titoli posseduti (compreso il servizio) e della valutazione conseguita in una apposita prova orale di “natura didattico-metodologica”, una sorta di concorso leggero che terrà conto anche del superamento di prove concorsuali di precedenti concorsi. Questi docenti saranno ammessi direttamente al terzo anno del nuovo percorso di ingresso nella scuola. Il percorso prevederebbe quindi una sorta di anno di prova rafforzato, durante il quale saranno valutati sul campo e a cui poi potrà seguire la definitiva immissione in ruolo. A questi docenti dovrà essere riservata una quota di posti vacanti decrescente nel tempo.
La fase transitoria prevede che i docenti non abilitati “che abbiano svolto almeno 3 anni di servizio entro il termine di presentazione delle domande siano ammessi a partecipare a speciali sessioni concorsuali loro riservate” che si svolgeranno in contemporanea al nuovo concorso del 2018. I vincitori saranno ammessi al percorso di formazione direttamente al secondo anno, con esonero dalla parte formativa e dei crediti avendo già insegnato per almeno 36 mesi. La procedura concorsuale consisterà in una prova scritta e in una orale
Entreranno di ruolo nei prossimi anni tutti i supplenti. E potranno farlo più velocemente se si spostano al Nord dove le graduatorie dei docenti di ruolo sono già terminate per diverse classi di concorso, più lentamente per chi deciderà di restare vicino a casa nelle regioni del Sud.