C’è un’altra agricoltura che risponde con il lavoro quotidiano alla concentrazione di potere commerciali. L’acquisizione di Monsanto da parte del colosso farmaceutico Bayer va letto in controluce rispetto a dinamiche di mercato che chiedono sempre più qualità nell’alimentazione. L’acquisizione – spiega Coldiretti – è stata spinta dallo storico flop delle semine Ogm che sono crollate del 18% in Europa nel 2015 e per la prima volta fanno registrare anche una inversione di tendenza a livello mondiale con 1,8 milioni di ettari coltivati in meno, a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che non rispetta le promesse miracolistiche. I dati sono ricavati dal rapporto annuale dell’International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA).
“Le scelte dei nostri agricoltori – aggiunge Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e vicepresidente nazionale – sono la risposta agli oligopoli, ai tentativi di appiattire e uniformare i gusti per massimizzare i profitti. Abbiamo chiuso i conti da anni con l’agricoltura intensiva. Dal patto con il consumatore i nostri agricoltori hanno imboccato un’altra strada, rispondendo alla domanda crescente di salubrità dei cibi e di rispetto del territorio. Dire no agli Ogm e tagliare l’impiego dei fitofarmaci hanno significato spostare il lavoro sulla biodiversità, che è la nostra grande ricchezza. La massificazione dei gusti ci minaccia. Lo abbiamo visto con la vicenda del grano. Lo sbarco di grano senza identità mette in crisi i cerealicoltori che sono sentinelle ambientali e difendono quelle varietà che possono produrre sapori unici. Come è stato per il progetto del grano aureo in Campania, recuperato da antiche tradizioni e utilizzato per fare una pasta top quality con il 14,5% di contenuto proteico. Ma la massificazione minaccia anche la zootecnia. I mangimi per le nostre bufale o per il vitellone bianco dell’Appennino o per le vacche da latte devono essere equilibrati, sostenibili, sani. E l’esempio potrebbe continuare per i pomodori, per la quarta gamma. L’agricoltura green è un patrimonio economico e sociale e va difesa con tutte le forze”.
Secondo la Coldiretti le multinazionali hanno tutto l’ interesse a concentrare la commercializzazione di fitofarmaci e sementi per garantirsi profitti in un momento in cui, tra l’altro, il mercato europeo anche per i nuovi indirizzi di Politica Agricola Comunitaria finalizzati a garantire processi di produzione a basso impatto ambientale, hanno determinato una sensibile riduzione nell’uso dei prodotti fitosanitari, mentre la positiva scelta della quasi totalità degli Stati europei, di rifiutare il ricorso alle sementi Ogm ha determinato una contrazione del volume di affari delle multinazionali dell’agrochimica sul mercato europeo. Con l’acquisizione di Monsanto da parte di Bayer nasce un gigante dell’agrochimica che controlla il 24% del mercato dei fitofarmaci e il 29% del mercato dei semi ed una consistente presenza nella genetica vegetale per l’agricoltura che – sostiene la Coldiretti – genera una posizione di oligopolio che aumenta anche lo squilibrio di potere contrattuale nei confronti degli agricoltori. L’operazione – continua la Coldiretti – segue da vicino l’acquisizione del gruppo Syngenta da parte di Chemchina e la fusione tra Dow Chemical e Dupont a conferma dei rischi di una eccessiva concentrazione di poche multinazionali su mercati come quelli delle sementi che sono strategici per la sovranità alimentare dei singoli Paesi.