Il segretario generale della Cgil irpina, Franco Fiordellisi, esprime preoccupazione dopo il sequestro del depuratore di Mercato San Severino.
«Nonostante sia ancora abilitato all’esercizio provvisorio – osserva il sindacalista – il sequestro del depuratore – di proprietà della Regione Campania gestito da Cogei, società in procinto di essere assorbita da Gori affidataria del servizio idrico Integrato del sub ambito in cui ricade – è un fatto gravissimo».
«La preoccupazione – prosegue Fiordellisi – per le sorti dell’economia irpina è altissima e si fonda sul fatto che il depuratore di Mercato San Severino è lo stesso nel quale confluiscono i reflui civili e industriali del distretto conciario di Solofra».
«Dunque, l’apparato è fondamentale sia per la tutela ambientale delle acque, dell’alveo fluviale del fiume Sarno, ma anche per le industrie che insistono nel distretto. Desta preoccupazione, inoltre, che una struttura pubblica, gestita da una società privata affidataria diretta della regione, sia inadempiente a tal punto da essere sequestrata: se tutti i rilievi mossi dagli organi competenti saranno in via definitiva conclamati il fatto sarebbe di una gravità inaudita».
«Su questo sarebbe utile che tutti i soggetti pubblici e le associazioni sindacali e datoriali facciano una riflessione approfondita: senza voler demonizzare, per la Cgil questo caso dimostra, ancora una volta, che i servizi di gestione rifiuti, reflui e quindi depurazione e servizio idrico integrato devo essere gestiti al 100 per cento da mano pubblica senza alcun affidamento a terzi. Queste attività devono essere controllate e gestite direttamente dallo Stato e non essere sul mercato, altrimenti ogni occasione critica diventa emergenza. Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca devono farsi carico della questione in maniera decisa e definitiva per risolvere tutte le criticità del sistema idrico Integrato con particolare attenzione proprio al sistema depurativo, altrimenti continueremo a rincorrere emergenze ambientali e sociali di questo tipo».