“Anche diversi operai hanno chiaramente intuito che la visita all’ex Irisbus di ieri del sottosegretario De Vincenti era una visita dal tono elettorale, in vista del referendum del 4 dicembre. Industria Italiana Autobus non era stata inaugurata lo scorso mese di giugno? Perché De Vincenti non è venuto in quell’occasione solenne? A cosa serve il costante pellegrinaggio della politica?”. Ad affermarlo è Carlo Sibilia, deputato del Movimento Cinque Stelle. “Noi, ovviamente, speriamo che IIA cominci a produrre quanto prima nuovamente autobus, lo speriamo per gli oltre 300 lavoratori irpini. Ma ieri, oltre alle chiacchiere di convenienza, cose concrete non le abbiamo ascoltate. Ci sono tempi aleatori, nessuno conosce nei dettagli il piano di rilancio e nemmeno il contratto di programma firmato con Invitalia. Basti pensare che Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, presso la fabbrica non ha parlato. Ha preso la parola – prosegue Carlo Sibilia – soltanto nel chiarissimo incontro elettorale tenutosi con i sindaci nella sede del Comune di Grottaminarda, dove hanno preso la parola pro referendum anche i parlamentari irpini. A proposito, è normale organizzare incontri elettorale in sedi istituzionali?. Speriamo di avere una risposta su questo e di poter vedere nei dettagli i progetti di sviluppo di IIA, magari in un incontro al quale possano partecipare e prendere la parola anche le maestranze”. “L’Irpinia – dice ancora il portavoce del Movimento Cinque Stelle – non è una tavola apparecchiata dove venire a mangiare tutte le ore. L’Irisbus dei 700 posti di lavoro ha chiuso e non c’è più. Basta vendersi promesse in cambio di voti: la loro credibilità è finita, lo hanno fatto già un’infinità di volte, ricordate quando Renzi andò in visita all’Ema e disse che Irisbus stava per riaprire? Nel frattempo, sono passati ancora anni. Aver trasformato, con i soldi dello Stato, un’azienda fiore all’occhiello nel mondo in un qualcosa che non sappiamo se e quando inizierà a produrre, è una sconfitta, non una vittoria. Quando riaprirà sul serio non si dovrà festeggiare, ma chiedere scusa ai lavoratori e ad un territorio preso in giro per troppo tempo. Anche a queste visite patetiche bisogna dire di no”.