Un romanzo che riappare dopo qualche decennio di inconsapevole oblio Quell’estate dei giovani –La fabbrica di Silvio Bordoni, edito recentemente da LietoColle. Ce lo racconta lo stesso Bordoni in una nota:
“Una mattina di marzo del 2013 mia moglie, venendo dalla cantina della nostra abitazione, mi mostra un insieme di fogli dattiloscritti raccolti in un faldone e rintracciati in quel locale assieme ad altri oggetti li accumulati da anni. Mi accorgo trattarsi di un romanzo che riporta l’attuale titolo e del quale onestamente non mi ricordavo l’esistenza e il contenuto. Non sentii in me la voglia di ricorre subito alla lettura di quei fogli tra l’altro ben numerati. Avvertivo un timore reverenziale addirittura la non curiosità di procedere per paura di trovarmi di fronte a chissà quali banalità. Dopo qualche mese decisi di metterci mano, se non altro per un senso di rispetto. Dopo le prime pagine tutto o quasi mi balzò alla mente. Si trattava di una vicenda reale che riguardava l‟occupazione di una fabbrica di calze – iniziata nell’estate del 1973 – a seguito del licenziamento improvviso di un gran numero di operai e operaie, disposto dai padroni che da quel momento non si erano più fatti sentire né vedere. Una vicenda, quindi, da definirsi – oggi come oggi – assolutamente attuale e che si svolgeva allora in un paese della medio – bassa bergamasca.”
Una vicenda ancora attuale, quindi. Ma per comprendere pienamente la natura dei vari personaggi tracciati da Bordoni bisogna oltrepassare il livello storico e psicologico della narrazione e concentrarsi su alcuni aspetti che rimangono immutati nonostante lo scorrere del tempo e che riguardano fondamentalmente la natura umana e alcune reazioni a determinate vicende.