Il prospetto degli atti e della relazione sulla verifica amministrativa-contabile compiuta dai dirigenti dei servizi ispettivi del Ministero dell’Economia e delle Finanze costituisce un’articolata rappresentazione della cattiva gestione dell’amministrazione comunale negli ultimi anni. Il dossier fotografa in oltre 100 pagine le criticità stratificatesi, che prefigurano le condizioni della dichiarazione dissesto; condizioni accentuate dalla portata della multa, sancita dal Ministero dell’Interno per circa un milione di euro, in ordine alla mancata approvazione del rendiconto di bilancio del 2017. Solo un piano di risanamento credibile e congruo nelle garanzie, tra cui il recupero delle entrate della fiscalità locale, può evitare il tracollo entro 120 giorni.
E’ una ricognizione attenta e articolata sullo stato reale della situazione economica e finanziaria, in cui versa l’amministrazione comunale. Uno screening, compiuto dai dirigenti dei Servizi ispettivi del Ministero dell’Economia e delle Finanze, con la rassegna dettagliata di ciascun atto e provvedimento deliberativo adottato negli ultimi anni, a livello consiliare e di Giunta, focalizzandone la specificità degli aspetti. Un quadro, che nella generalità dei casi fa evidenziare anomalie, incongruenze e superficialità, fino a contraddire norme comuni e le stesse disposizioni del Testo unico che regola e disciplina l’attività degli Enti locali. Una sequenza di delibere approvate, nonostante i pareri sfavorevoli dei responsabili degli Uffici ed organi tecnico-amministrativi, quali sono il titolare dell’area finanziaria e il revisore unico dei conti.
Dagli atti analizzati emerge la netta divaricazione, per la quale le motivazioni socio-politiche, per dir così, ispiratrici dell’azione dell’amministrazione appaiono del tutto avulse e scisse dai percorsi della pubblica trasparenza e della legalità delle procedure. Una divaricazione, in cui figura di tutto e di più in termini di mala gestio, come,tanto per citare le note dolenti più marcate dagli ispettori del Mef, le attribuzioni d’indennità sulla base di provvedimenti, privi di supporti documentali, che attestino l’esigenza delle condizioni fondamentali per la loro erogazione, l’illegittima adozione di proroga di contratti di appalto per lo smaltimento dei rifiuti urbani e per le pulizie dei locali comunali, senza che ne sussistessero i necessari presupposti previsti dall’ordinamento. E senza dire del capitolo dei debiti fuori-bilancio e del loro mancato riconoscimento o dell’approvazione dei bilanci consuntivi relativi agli esercizi dal 2013 al 2017 con risultanze addirittura non veritiere per la presenza di situazioni debitorie non iscritte in bilancio e illegittimamente non riconosciute come per legge. Rilievi mirati riguardano spese autorizzate senza copertura e la gestione del patrimonio dei beni immobili comunali e la mancata riscossione delle dovute entrate. E’ un capitolo associato a quello della mancata riscossione dei tributi locali.
Di tutto ciò viene data ampia testimonianza in una relazione-dossier di oltre cento pagine, incluso il correlato testo di sintesi, che fissa in ventuno gli elementi di criticità analizzati nella stessa relazione-dossier, che è del 5 settembre scorso ed è stata inviata oltre che al sindaco di Sirignano, alla Procura regionale della Corte dei Conti della sezione giurisdizionale per la Campania, alla sezione di controllo della Corte dei Conti, al Ministero dell’Interno e al revisore unico dell’Ente di piazza Colucci.
La relazione-dossier di verifica invita l’amministrazione ad assumere tutte le iniziative idonee e funzionali non solo all’eliminazione di tutte le irregolarità e carenze rappresentate, ma anche all’accertamento delle eventuali connesse responsabilità per la situazione prodottasi. E’, di fatto, l’invito a mettere a punto un Piano di risanamento, entro 120 giorni a far data dalla ricezione della relazione-dossier recepita dagli Uffici comunali; Piano,di recupero di risorse che sia credibile, ancorato all’acquisizione certe di entrate, con durata pluriennale. Un Piano che deve rispondere a prescrizioni e parametri indicati dalle disposizioni in materia e approvato dai competenti organi. In mancanza, si apre il percorso della dichiarazione del dissesto economico. Criticità spiccate e diffuse, di cui la multa circa un milione di euro, inflitta all’amministrazione dal Ministero dell’Interno per la mancata approvazione rendicontazione del 2017 e notificata all’inizio di settembre, è stata un annuncio eloquente. Tempi ristretti per operare con responsabilità. E fa specie, tuttavia,rilevare che quella di Sirignano è la classica realtà di piccolo Comune- meno di tre mila abitanti- la cui amministrazione non dovrebbe costituire un rompicapo. E invece … lo è, una volta letto lo sconcertante e documentato racconto degli ispettori del Mef.