Sarà celebrata domani – 15 settembre- la Festa che rende onore e omaggio a San Leonardo di Noblac, che si venera in Emilia-Romagna e, in Campania, a Forio d’Ischia. Un appuntamento che ritorna nella vita della comunità cittadina, a Sirignano, sulle tracce della tradizione che prende origine nella seconda metà dell’800, per proiettarsi nell’arco del secolo scorso, fino ad esaurirsi nell’allestimento organizzativo, conservando, tuttavia, inalterato il valore ideale e spirituale nella memoria collettiva e, in particolare, nella tessitura dei ricordi di Michele Acierno, la cui famiglia ha dedicato parte di sé al culto del Santo che visse nel 500 -nella Francia dei Merovingi- nell’Abbazia di Micy, per trascorrere il resto della sua esistenza da Eremita nella foresta di Noblac. Una scelta di vita in romitaggio per San Leonardo che nell’iconografia della tradizione viene raccontato alla luce del simbolico linguaggio di catene e lucchetti, come per evidenziare il dominio che ebbe di sé nella meditazione e la testimonianza di una fede tenace.
Di San Leonardo di Noblac è classica la rappresentazione pittorica su tela ad olio custodita con affetto e cura dalla famiglia Acierno; una rappresentazione riprodotta con finezza di stile e varietà di colori su maioliche che fanno mostra di sé sulla facciata della Casa che un tempo apparteneva proprio alla famiglia Acierno, nel caratteristico Borgo di Capocasale. E’ la riproduzione che identifica il Nicchio del Santo Eremita, la cui composizione risale alla seconda metà del XIX secolo, per costituire il riferimento attrattivo dei festeggiamenti che di anno in anno hanno cadenzato la vita del Borgo. Ed è il Borgo, il cui fascino si conserva integro, nonostante abbia subito il depauperamento di vari elementi di notevole valore architettonico, che caratterizzavano l’armoniosa configurazione originaria del sito con i suoi piazzali ornati da lecci e la circolare vasca a getto continuo d’acqua; sito, la cui centralità è costituita dalle geometrie del Castello dei Caravita, di cui un tempo era davvero magnifica pertinenza lo splendido Parco di verde diffuso -restaurato di recente con i fondi del Pit dell’Alto Clanis e risorse comunali- a cui fanno, da ali la Chiesa e Casa canonica parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo e il Palazzo – pure restaurato, ma con i finanziamenti della ricostruzione post terremoto- che ha ospitato per oltre un secolo gli Uffici della Municipalità; Palazzo gioiello, con il bel portale incastonato nell’elegante facciata con finestre in simmetrica disposizione e i balconi di ferro-ghisa bombati secondo il modello della migliore lavorazione artistica e artigianale di stile ottocentesco, quale ormai non si concepisce e non si pratica più.
Ed è Michele Acierno e Guerriero Antonio che insieme al Comitato Festa attivano la personale macchina del tempo, ritrovando la Festa di San Leonardo di Noblac che veniva organizzata dai famigliari, coinvolgendo l’intero Borgo di Capocasale E sullo schermo dei ricordi si affaccia la figura del nonno materno, Andrea Colucci, tra i promotori della Festa, a cui dedicava entusiasmo e passione, il cui cuore organizzativo era nella Casa di famiglia, in cui gestiva l’ Antica salumeria del Borgo. “Era commerciante, nonno Andrea – racconta Michele – che vendeva anche giocattoli e sorbetti a limone che confezionava con cura, molto richiesti nei mesi primaverili ed estivi. Era devoto del Santo Abate ed Eremita, oltre che grande appassionato di musica lirica. E alla Festa, che organizzava al Borgo faceva partecipare cantanti di musica all’italiana e napoletana, ma soprattutto tenori, soprano e orchestrali del San Carlo con il concerto serale sul palco allestito in piazza Pietro Fiordelisi. Era il concerto, a cui seguiva lo spettacolo dei fuochi pirotecnici che concludeva la Festa,annunciata nelle ore mattutine dalle sonorità della piccola banda musicale del Paese e aperta con la celebrazione della Santa messa officiata all’aperto sull’Altare disposto nelle immediate vicinanze dell’Antica salumeria”.
“Era di forti e generosi sentimenti, nonno Andrea, continua Michele; sentimenti e devozione verso San Leonardo raccolti da mia madre Rosa Colucci in collaborazione con Antonio Guerriero dando per lunghi anni continuità alla Festa al Borgo che per la circostanza sembrava trasformarsi e diventare più bello del solito, con gli addobbi di fiori freschi, drappi rossi, le luminarie a semi arco e i tanti ceri accesi per omaggio al Santo. Poi, il filo della tradizione s’è interrotto nel 1984 ed ora viene ripreso, grazie all’impegno del Comitato di Festa. Non è nostalgia la mia, ma solo desiderio di non far disperdere la memoria delle tradizioni locali. E nel mio piccolo- dice Michele – sono ben lieto che la Festa di San Leonardo ritorni. Mi sembra di ritrovare qualcosa di bello e nobile che mi appartiene nel ricordo e nei sentimenti così come sono stati vissuti dai miei familiari insieme con tanti concittadini”.