“Il 23 novembre di 34 anni fa l’Irpinia ha vissuto la pagina più drammatica della sua storia. A oltre trenta anni di distanza sono ancora aperte le crepe di quel minuto e 20 secondi che ha seminato morte e distruzione, ma che ha anche generato una straordinaria solidarietà. Circa 3.000 morti, 9.000 feriti, 300.000 senza tetto: dietro queste cifre altrettante storie interrotte, lacerate, cambiate per sempre. Quel terremoto ha scosso la nostra terra, le nostre case, i nostri ospedali, le nostre chiese, le nostre strade, l’intero territorio ha subito una ferita in parte ancora aperta. Ma ad essere scosse sono state anche le nostre coscienze, le nostre certezze. Per chi ha vissuto quella tragedia è stato come aver staccato la spina con il passato. Una voragine indelebile si è aperta nelle nostre vite. La fatica, la solidarietà, la determinazione sono state le uniche armi con cui – nei giorni successivi al terremoto – abbiamo risposto a quell’immane tragedia. Ricordare questa ferita, in parte ancora aperta, deve darci la forza di reagire in una fase, come quella che sta vivendo l’intero Paese, in cui occorre ritrovare quei sentimenti, l’impegno, quello spirito di comunità che è andato affievolendosi negli ultimi anni e che noi sappiamo però di possedere. Colgo pertanto l’occasione per lanciare un appello a tutti i cittadini: la partecipazione, la condivisione, il ricordo di questa tragedia – che ha scosso il nostro territorio – deve essere un dovere, direi quasi un obbligo, per chi come noi ha patito le sofferenze di quelle giornate. Tocca a noi consegnare ai nostri giovani e ai nostri figli quella traccia storica utile a rimarcare questa data tragica, che ha costituito uno spartiacque tra quello che eravamo e quello che siamo. Oggi noi tutti, Istituzioni, Politica, Società civile dobbiamo stringerci in quel ricordo sforzandoci – ognuno per la propria parte e per i ruoli che riveste – di trasferire alla nostra comunità quei valori, quello spirito di solidarietà e di partecipazione che sono stati la nostra reazione in quelle tragiche giornate”. Così il sindaco di Avellino Paolo Foti in una nota.