Arrivarono 70 milioni di dollari dagli Stati Uniti, 32 dalla Germania Ovest e fondi e aiuti da altri 8 paesi esteri, compresi l’Iraq di Saddam Hussein e l’Algeria. Gocce nel mare dei fondi confluiti nella cassa dell’emergenza. Perché quel disastro commosse la comunità internazionale, sconvolta dalle immagini di decine di paesi rasi al suolo. Ma anche dal disastro nazionale di una protezione civile inesistente. Il 23 novembre 1980 furono 2.914 i morti, 280.000 gli sfollati e 8.848 i feriti nel sisma che colpì Campania, Basilicata e Puglia, con epicentro in Irpinia. Ma il terremoto fu una ferita collettiva anche in quanto fucina inesauribile di sprechi. Un fiume di denaro, 29 miliardi di euro, secondo le cifre dell’Ufficio studi della Camera dei Deputati calcolate nel 2011. Le indagini svelarono il perché, come raccontò il settimanale Panorama nel 1992. “In Irpinia – ricordò il giornale – la Guardia di Finanza scoprì fienili trasformati in piscine olimpiche mai ultimate, o in ville. Individuò finanziamenti indirizzati a imprenditori plurifalliti e orologi con brillanti regalati con grande prodigalità ai collaudatori dello Stato”. Il sisma fu una grande mangiatoia di Stato, inaugurando uno schema perfezionato nei decenni a venire, per altre calamità italiane. Naturalmente, a far calare il velo sul coinvolgimento di molti politici, ci pensò la solita, benedetta prescrizione. Ma non si è finito di pagare il conto della ricostruzione nei 687 Comuni colpiti. La scorsa estate 31 sindaci della provincia di Avellino hanno inviato una lettera a Renzi per sbloccare i fondi assegnati dalle Finanziarie del 2008 e del 2010, ma rimasti fermi a causa del Patto di Stabilità. Sono 225 milioni di euro a favore di 222 Comuni.
LA COMMEMORAZIONE – Oggi alle 18 presso il Circolo della stampa di Avellino in Corso Vittorio Emanuele II, si terrà un’iniziativa dal titolo “Dietro le macerie” organizzata dal coordinamento provinciale di “Libera. Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie”, con il patrocinio dell’ordine dei Giornalisti della Campania. Si comincerà con la proiezione del documentario Rai Storia a cura di Franco Roberti “Diario Civile – Le mani sul terremoto” e si proseguirà nel dibattito con Emilia Noviello di Libera Avellino, con Annamaria Torre, figlia di Marcello Torre, sindaco di Pagani ucciso dalla camorra per esseri opposto alle infiltrazioni camorristiche durante la ricostruzione e Francesco Iandolo, referente provinciale di Libera Avellino. Sarà presente il sindaco di Avellino Paolo Foti.
(Foto Terremoto 1980 – Irpinia – Per non dimenticare)