Da oggi a martedì 18 settembre il circo Amedeo Orfei attenderà a Pontecagnano Faiano. Appena cinque giorni fa il sindaco Giuseppe Lanzara aveva espresso la sua contrarietà all’utilizzo degli animali nei circhi, ribadendo quello che, come attivisti sul territorio, da sempre sosteniamo: nel 2018 è inaccettabile assistere ancora ad esibizioni basate su addestramenti brutali, viaggi estenuanti e prigionia continua. Animali appartenenti a specie che in natura si spostano liberi lungo percorsi di centinaia di chilometri, nei circhi passano l’intera vita negli squallidi vagoni-prigione dei camion che li trasportano ed i risultati, sotto gli occhi di tutti, sono la frustrazione e chiari segnali stereotipati. Gli animali al circo perdono tutte le caratteristiche dei selvatici ed in questi luoghi di detenzione diventano l’ombra di sé stessi.
Non potendo esimersi dall’autorizzarlo perché, a livello nazionale, non solo è un’attività consentita ma anzi riceve contributi pubblici (soltanto nel 2017 lo Stato italiano, attraverso il Fondo Unico dello Spettacolo, ha stanziato ai circensi oltre tre milioni di euro), la battaglia di legalità e civiltà del sindaco si è concentrata sull’informazione e sulla volontà di emanare presto un apposito regolamento comunale che riporti le linee guida previste dalla Cites – Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione. Si ricorda in tal senso che, per la prima volta, il TAR Toscana, lo scorso mese di marzo, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un circo che impugnava atti assunti da un’amministrazione comunale sul divieto di attendamento di circhi con animali, una sentenza storica in quanto, fino ad oggi, queste vicende si erano sempre concluse con la vittoria dei circensi, forti di una legge del 1968 – ormai inadeguata ai tempi attuali – che riconosceva la “funzione sociale” del circo equestre. Funzione che oggi non svolge più.
La campagna di sensibilizzazione del sindaco Lanzara è continuata con la lotta alle affissioni abusive. Ed è stato durante l’attività di rimozione di manifesti non autorizzati che nel pomeriggio di ieri, 13 settembre, ha dichiarato di essere stato aggredito verbalmente e minacciato da alcuni individui, ricondotti al gruppo dei circensi, e di aver denunciato l’accaduto presso il comando dei Carabinieri.
Apprendiamo che Lino Orfei, il titolare del circo, in una nota diffusa in queste ore a mezzo stampa, ha affermato che la rimozione veniva fatta “in modo improprio e di fatto danneggiando la stessa cartellonistica, autorizzata in precedenza verbalmente dagli uffici comunali preposti”. Eppure, come ben visibile dalle foto e dal video pubblicati dal sindaco, la cartellonistica era collocata sui pali dei marciapiedi. Il codice della strada ed i regolamenti della Polizia Municipale sanciscono chiaramente il divieto a tutte le attività economiche di effettuare pubblicità “sui pali dell’illuminazione pubblica e della segnaletica stradale, su alberi, nonché su mura o qualsiasi altro posto o struttura non autorizzati”. È inoltre risaputo che, ad ogni angolo delle strade, giorni prima dell’arrivo del circo, i loro addetti distribuiscono buoni sconto alle automobili in transito. Anche a Salerno, lo scorso mese di febbraio, non sono mancate segnalazioni alla Polizia Municipale, relativamente a numerose lamentele di cittadini che denunciavano disagio e disturbo per attività di volantinaggio agli incroci e rotatorie cittadine, creando situazioni di intralcio al traffico, nonché comunicando la presenza di manifesti abusivi e di altri che, pur collocati negli appositi spazi, erano sprovvisti del timbro comunale.
Le scriventi associazioni esprimono piena solidarietà al sindaco Giuseppe Lanzara, auspicando nel contempo una proficua e continuativa collaborazione relativamente a tutte le problematiche animaliste del territorio, e ribadiscono il loro fermo dissenso nei confronti di uno spettacolo che probabilmente strapperà qualche sorriso agli ignari bambini, ma che costringe gli animali ad una vita in gabbia o incatenati. A questo, come se non bastasse, si aggiungono i metodi coercitivi: solo la paura delle punizioni può spingere un animale a comportamenti totalmente contro natura, patetici e disperati, frutto di minacce e violenze, come testimoniato da numerosi lavoratori e da video facilmente reperibili in Internet. Impossibile addestrare animali mastodontici come gli elefanti, indomiti come i leoni, forti come i cavalli, con metodi “dolci”: è possibile piegarli, assoggettare e dominare i loro corpi, imporsi con la forza delle fruste, dei pungoli, prenderli per fame. Dove c’è un essere vivente recluso c’è sempre sofferenza e sfruttamento: è l’empatia il valore da trasmettere ai bambini, non uno show altamente diseducativo per i più piccoli, che lo vedono come una vera e propria legittimazione della sopraffazione del più forte nei confronti del più debole, dell’uomo su tutti gli animali.
Il circo Amedeo Orfei è balzato agli onori della cronaca poche settimane fa, quando un loro elefante, a Santa Maria del Cedro, ha lasciato la sua prigione per assaporare la libertà. Il video del pachiderma che, fuggito o accompagnato dai circensi (questo non è dato saperlo, in quanto per motivi di sicurezza nessun animale del circo può essere portato all’esterno senza le necessarie autorizzazioni), davanti agli occhi increduli dei bagnanti, si è tuffato nelle acque calabresi, ha commosso e fatto il giro del web. Uno schiavo in fuga per pochi minuti, in nome degli interessi e del “divertimento” di pochi, riportato nella sua cella dopo aver respirato solo qualche istante di aria salmastra e di libertà. Un elefante che è diventato il simbolo di tutti gli animali vittime dell’arroganza umana.
La sensibilità animalista è in continua crescita ed anche Pontecagnano Faiano è pronta ad accogliere una nuova concezione del circo: rivoluzionario, poetico, tra giocolieri, contorsionisti, equilibristi, acrobati e clown. Un mondo onirico fatto di musica, suoni e luci, un circo che metta in risalto solo la bravura dei suoi artisti, un circo umano, l’unico in linea con una società che si definisce civile.