Oggi la città soffre anche a causa dell’applicazione dell’atto aziendale Asl che mette a rischio la prevenzione e la salute dei cittadini»
Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino, accende i riflettori su Solofra: dagli atavici problemi di inquinamento ambientale alle più recenti e comunque drammatiche vicende sociosanitarie.
«La città di Solofra è al centro dell’attenzione per una serie di questioni che in modo diverso preoccupano tutte, mettendo a rischio la vita quotidiana dei residenti. La città della concia è un punto di riferimento non solo provinciale ma a livello nazionale per il suo importante distretto industriale: gioia, croce e delizia della popolazione. Infatti, il distretto è stato sempre – e continua a essere – leva di sviluppo economico e occupazionale, ma di contro non pochi danni sono stati provocati sotto l’aspetto ambientale dagli sversamenti abusivi operati da industriali senza scrupoli. Cosa purtroppo riscontrata anche in altre realtà».
«Le vicende poco limpide, da tempo sotto la lente d’ingrandimento prima delle associazioni ambientaliste – in questo sempre supportate dalla Cgil – e in alcuni casi della Procura mostrano tutte le criticità che si scaricano e connettono anche col sociale, con il buon vivere e in questo particolare rientra anche la sanità».
«Tutti dovrebbero ricordare che in varie zone di Solofra, non solo in prossimità e all’interno della Solofrana, sono avvenuti e continuano a verificarsi sversamenti abusivi, mentre anni addietro, quando la normativa sui rifiuti era inesistente o diversa, avvenivano sversamenti di scarti di lavorazione delle pelli in più aree: tutte queste criticità portarono all’individuazione dell’area quale sito di interesse nazionale per la bonifica. Poi avvenne la decisione politica che, per seguire meglio la questione, il sito fosse derubricato da interesse nazionale a interesse regionale. Purtroppo questa strategia dettata anche da interessi economici ed industriali, ad oggi, non ha sortito gli effetti sperati. Come d’altronde è miseramente fallito il tentativo di ottenere per quest’area l’Ambito produttivo ottimale (Apo) con l’aggiunta della certificazione Emas, una tra le più importanti riconoscimenti mondiali osteggiata da tanti politici di allora e industriali, forse più che per i costi, come temevo allora, per le criticità “interrate”, così a distanza di 10 anni, purtroppo, nulla è stato fatto in questo senso e anzi, adesso, si riscoprono criticità – che ripetiamo la Cgil ha sempre denunciato – dibattendole in vari convegni e congressi della Filctem CGIL. Servono interventi coraggiosi e strutturali per mettere in sicurezza il territorio, la falda e le aziende che fanno investimenti e non speculano sull’ambiente e sulla sicurezza.».
«Altra vicenda paradossale che investe la comunità solofrana è quella del recente trasferimento del 118 che s’inserisce nel più ampio smantellamento del presidio “Landolfi” che la manager dell’Asl, Maria Morgante, sta portando avanti con spregiudicatezza in vista dell’annessione, il prossimo 1 ottobre, dell’ospedale di Solofra al “Moscati” di Avellino. Dal mio punto di vista è chiaro che c’è un conflitto di parti politiche che sta arrivando alle estreme conseguenze e dove a pagare sono sempre i cittadini e in particolare le fasce meno abbienti, che hanno bisogno di cure e non possono permettersi di muoversi o di andare dai privati».