“Lo stiamo chiedendo da quando questa amministrazione si è insediata ma fino ad ora il censimento delle attività produttive resta un miraggio”. Così Giovanni Esposito della Femca Cisl. “In questo momento di crisi stiamo assistendo ad un inasprirsi del fenomeno del lavoro nero ed irregolare. E come sempre accade questo stato di fatto diventa più evidente negli anelli più deboli della catena produttiva e questo vuol dire i contoterzisti. Stiamo chiedendo con fora che si arrivi al censimento degli opifici presenti in questo distretto perchè questo metterebbe in condizione tutti gli attori dello sviluppo, comune in testa, di avere dei dati certi su cosa si agita in questa realtà produttiva ed il numero reale dei lavoratori. Numeri certi vuol dire politiche mirate alla crescita della nostra capacità produttiva ed occupazionale. Ed invece a prosperare è la zona grigia nella quale si muovono bene qugli imprenditori che non rispettano le regole sia in materia occupazionale che ambientale”. C’è però qualche segnale di schiarita: “E’ ancora presto parlare di segnali di ripresa visto che gennaio e febbraio risultano mesi notoriamente di attesa. Ma i presupposti ci sono grazie anche alle ultime fiere che hanno evidenziato interesse nei confronti delle produzioni locali, ora bisogna attendere affinché si concretizzi l’interesse concreto dei buyer verso il prodotto finito, crisi economica permettendo. In ogni caso non abbiamo riscontrato aumenti di richiesta di manodopera anche se è stata registrata una stabilizzazione dei lavoratori grazie anche al Jobs Act e agli sgravi fiscali per le assunzioni. Il nostro prodotto nella zona euro risulta ecocompatibile in quanto le regole del mercato europeo lo richiedono, inoltre come artigianato sforniamo un prodotto Made in Italy molto richiesto in tutto il mondo”.