Siamo alle fasi finali di uno spettacolo già visto, ma questa volta la cosa si fa seria. I nodi irrisolti della politica civile e sociale della città, lo sbandamento sociale ed economico in atto, la totale assenza di politiche volte al bene comune e alla risoluzione dei problemi come quello dell’acqua, dell’inquinamento della solofrana, del commercio cittadino, della vivibilità stessa di una comunità allo sbando perché senza guida certa, fanno da contraltare alla totale inefficienza di una classe politica praticamente avvitata su se stessa. La distanza con cittadini ormai è abissale: i cittadini chiedono bollette meno care e acqua per le esigenze basilari di vita, l’amministrazione e l’opposizione si rimpallano responsabilità e si accusano a vicenda. I solofrani chiedono una guida autorevole e sicura, i politici discutono delle fantomatiche dimissioni di Pasquale Gaeta e fanno notte per approvare un bilancio cartaceo inutile e scannarsi a vicenda per delle dimissioni che servono solo a pulirsi la faccia ma che non vanno fino in fondo nel creare un’alternativa seria e credibile nella città della concia. Siamo di fronte ad un pericoloso vuoto politico, Vignola traballa, la città langue, i politici si riposizionano per le prossime elezioni amministrative, nessun sussulto o moto di ravvedimento rispetto ad un’amministrazione fallimentare e tenuta in piedi con ricatti di chi sa quali mammasantissima della politica irpina. L’oscura vicenda delle dimissioni del consigliere Pasquale Gaeta, la vicenda ipocrita quanto surreale delle palme dell’assessore Guacci, alla quale va la palma di essere stata, suo malgrado, la prima politica solofrana ad essere stata messa alla gogna pubblicamente per una pratica e un vizio cinquantennale (quello clientelare e dell’utilizzo della cosa comune come cosa propria) patrimonio genetico anche di qualche consigliere di opposizione, che oggi si definisce di destra, le dimissioni fuori tempo massimo della sinistra più retriva di questa amministrazione (De Stefano, Tarantino, Pisani) che molto probabilmente ha sbagliato i tempi o è stata fregata all’ultimo momento da trame oscure, evidenziano un vuoto politico desolante, una incapacità strategica disarmante e una lontananza dai problemi veri della città semplicemente vergognosa. La sinistra ha fallito, la destra non è tale. Solofra subisce l’ignominia di una classe politica incapace e corrotta che non merita. Gli imprenditori e i lavoratori solofrani, le famiglie, i giovani, gli anziani assistono quasi rassegnati alla lenta agonia da basso impero di una comunità governata male e rappresentata peggio.
Forza Nuova ha denunciato più volte questa deriva, è scesa in piazza, ha dettato le linee di un programma di rinascita estendendolo anche ad altre forze politiche, ma è caduto nel vuoto. Ora ci prepariamo ad un caldo autunno di lotta, di proposte, di attività politiche sul territorio che se non sfoceranno in convergenze con altre forze politiche oneste e aperte al confronto, al di la di destra e sinistra, tirerà dritto verso la proposizione di una lista tutta forzanovista per le prossime elezioni comunali.