Per sostenere i pastori ed il loro difficile lavoro arriva il primo “Pecorino Day” con appuntamenti speciali nei mercati degli agricoltori e degli allevatori di Campagna Amica in tutta Italia, dove tutti i cittadini potranno acquistare e degustare pecorini e altri prodotti ottenuti dal latte di pecora, sostenendo concretamente la battaglia dei pastori per la sopravvivenza.
A Napoli sarà protagonista nel mercato di Campagna Amica in viale del Poggio ai Colli Aminei, dove dalle 9.30 sarà possibile degustare il pecorino del Matese e dell’Appennino Campano, il pecorino Conciato Romano, oltre al latte di pecora e agli altri derivati. Nel resto d’Italia si parte dal mercato di Campagna Amica di Roma al Circo Massimo in via San Teodoro e poi lungo tutta la Penisola, da Vicenza in via Cordenons a Torino in piazza Solferino, a Lecce in piazza Ariosto ma anche a Trapani in via Virgilio e a Catania in piazza Giovanni Verga. L’elenco completo delle iniziative sul sito www.campagnamica.it.
In Campania il pecorino è tra i formaggi più diffusi ed antichi, con molte tipologie, differenti a seconda della razza o del tipo genetico da cui è prodotto il latte, delle essenze che caratterizzano i diversi pascoli spontanei, delle tecniche di lavorazione, dei cagli impiegati e dell’abilità del casaro. Nel Sud l’allevamento ovino è fortemente legato al territorio e alla storia del Mezzogiorno. Nel 1447 Alfonso I di Aragona, re di Napoli, continuando l’operato di Federico II di Svevia che già nel 1200 aveva istituito la “Dogana della Mena delle Pecore”, riprese ed ampliò l’attività di allevamento “transumante” delle pecore, organizzandola sul modello dell’analoga “Mesta” spagnola e istituendo i Regi Tratturi, una rete viaria di circa 3.000 chilometri. La transumanza consisteva nello spostamento stagionale, durante il quale transitavano nel ‘600 e nel ‘700 circa tre milioni di capi di bestiame, rappresentando una florida economia grazie alla vendita delle pelli, dei formaggi e della lana.
Tra i pecorini campani maggiormente apprezzati ci sono: il Bagnolese, prodotto esclusivamente con il latte della pecora “Bagnolese”, tipico dell’area dei monti Picentini (in particolare della zona che circonda il pianoro del lago Laceno, ad una altitudine superiore ai 1000 metri sul livello del mare) e della fascia collinare e montana del Salernitano, lungo le pendici del Monte Marzano; il Laticauda Sannita, prodotto con solo latte di pecora di razza Laticauda nel territorio di allevamento di questo ovino, cioè nei comuni montani e collinari delle province di Avellino, Benevento e Caserta; il Pecorino Carmasciano, la cui produzione comprende i comuni irpini di Guardia dei Lombardi e Rocca San Felice (Carmasciano è una contrada a cavallo di questi due comuni), Torella dei Lombardi, Sant’Angelo dei Lombardi, Morra de Sanctis e Frigento.
Da salvare su scala nazionale ci sono 6,2 milioni di pecore e, con esse, un settore di eccellenza del Made in Italy agroalimentare, che con la pastorizia garantisce presidio socio-economico e ambientale dei nostri territori, ma rappresenta anche un patrimonio ineguagliabile di biodiversità.