di Gianni Amodeo
Il provvedimento è del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino, il dottor Antonio Sicuranza, in conformità con le disposizioni formulate dall’ufficio del pubblico ministero impegnato nel procedimento, con il supporto del parere del competente consulente tecnico. E’ l’atto che formalizza il dissequestro del cavalcavia n.ro 22 dell’Autostrada Napoli–Bari nella tratta che insiste sul territorio comunale. Una decisione, la cui pratica e concreta attuazione è, però, subordinata alla piena osservanza di prescrizioni limitative ben chiare e definite; osservanza, su cui è chiamato a pronunciarsi in via preliminare l’ufficio del pubblico ministero e, per conformità, il gip, prima che sia disposta l’agibilità dell’infrastruttura.
Il prospetto delle prescrizioni contempla la sostanziale riduzione della carreggiata adibita al transito di autovetture e automezzi, ridimensionandola a due metri e 20 centimetri di larghezza; è prefigurato, inoltre, il sistema di protezione della carreggiata con l’apposizione di guardrail ancorati al piano di transito in longitudine rispetto all’asse dell’infrastruttura che sovrasta la tratta autostradale interessata. Il corollario, che integra e completa le prescrizioni della carreggiata ridotta e del sistema guardrail, è costituito dai carichi di beni e merci degli automezzi in transito, che non possono superare le dieci tonnellate, comprensive sia del carico-merce che del peso degli automezzi. E va realizzato un congruo assetto di segnaletica in verticale e in orizzontale, a garanzia della mobilità normale e della salvaguardia delle persone.
Il provvedimento delle prescrizioni emesso dal Tribunale di Avellino segna l’accoglimento dell’istanza di dissequestro del cavalcavia n.ro 22 proposta dalla società Autostrade per l’Italia, dopo l’esecuzione dei lavori realizzati e conclusi a novembre scorso; lavori che corrispondevano alle risultanze degli incontri al tavolo inter-istituzionale, svoltisi nella Prefettura di Avellino tra agosto e settembre, con la partecipazione della delegazione prefettizia, della civica amministrazione, del competente compartimento di Polizia autostradale e della società Autostrade per l’Italia. Ed è opportuno ricordare che la Giunta del palazzo comunale, convocata d’urgenza, già il 6 giugno, all’indomani proprio dell’applicazione dei sigilli di sequestro disposto con atto del primo giugno dello scorso anno, aveva non solo richiesto il dissequestro con gli atti proposti dallo studio legale dell’avvocatessa Michela Pelosi, ma aveva anche adito il Tribunale del Riesame con lo stesso intento. Richieste non recepite.
La decisione del Tribunale di piazzale Alfredo De Marsico in piena agibilità e al pubblico utilizzo l’importante ed unica infrastruttura di servizio disponibile non solo per le attività dei piccoli imprenditori agricoli e coltivatori diretti,i cui terreni destinato alla pratica della nocciolicoltura, sono allocati nella Selva della Paradina, al di là del cavalcavia, ma anche per le attività degli imprenditori le cui aziende sono operanti nella zona industriale; coltivatori diretti e imprenditori, le cui attività sono finite in sofferenza proprie per difficoltà determinate dal sequestro cautelativo della magistratura di Avellino ed eseguito il 5 giugno scorso, come accennato. Un arco di circa nove mesi di sostanziali difficoltà e pregiudizio per il lavoro e le produzioni di settore, com’è nel caso di Euronut , società per azioni- tra le poche operanti sul territorio con tale ragione sociale – specializzata nel comparto dolciario con la lavorazione e trasformazione della nocciola.
Sul piano della tempistica, il provvedimento di dissequestro fissa per l’amministrazione comunale l’onere dell’attivazione della procedura, per rendere esecutiva l’agibilità formalmente ripristinata del cavalcavia, che- si ricorderà- rientra nella tipologia delle infrastrutture di secondo livello, con le relative disposizioni di legge per la sostenibilità a garanzia della pubblica incolumità e delle persone. Un passaggio che l’Ente di piazza Luigi Lauro si appresta a compiere, convocando in conferenza di servizi la società Autostrade per l’Italia che detiene il possesso e il controllo dell’infrastruttura. Uno status, per il quale la società, anche e soprattutto in considerazione del background e delle risorse, di cui si vale, può realizzare concretamente le prescrizioni fissate dal provvedimento del Tribunale di Avellino, procedendo alla redazione delle carte progettuali necessarie, all’indicazione dell’impresa affidataria ed esecutrice dei lavori, con la designazione del direttore dei lavori.
E’ l’obiettivo, su cui l’Ente guidato dal sindaco Marco Santo Alaia, non avendo alcuna titolarità sul possesso e sulla gestione dell’infrastruttura, punta, per evitare oneri economici a carico della fiscalità cittadina. Una scelta di buona e sana amministrazione, che Autostrade per l’Italia è certamente in grado di condividere e fare propria. Un’opzione che rientra in un ambito del tutto distinto rispetto alle verifiche preliminari di congruità che spettano alla magistratura rispetto all’intero capitolo delle prescrizioni e alle carte progettuali della loro attuazione. E la vigilanza sull’attuazione degli interventi prescritti è affidato al comando provinciale della Polstrada di Avellino.