Una vicenda che si trascina dal 5 giugno, in coincidenza con il provvedimento della Procura della Repubblica di Avellino per l’applicazione dei vincoli di sequestro dei cavalcavia n.ro 20 e n.ro 22 dell’A-16 nel territorio comunale di Sperone. L’interruzione del traffico veicolare continua a produrre danni e criticità per gli opifici e aziende dell’area industriale, con l’eclatante caso dell’Euronut restata del tutto isolata, con pesanti condizionamenti per le attività agricole nelle zone delle tipiche della nocciolicoltura nell’estesa Selva Paradina. Sulla situazione intervento dei parlamentari del Partito democratico, Massimiliano Manfredi e Assunta Tartaglione, con l’interrogazione a risposta scritta presentata al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e al Ministro dello sviluppo economico.
di Gianni Amodeo
Spiragli aperti per una situazione che appare vicina al punto di svolta, in ordine ai cavalcavia n.ro 20 e n.ro 22 dell’A-16 nel territorio comunale di Sperone e sottoposti a sequestro dal 5 giugno con decreto della Procura della Repubblica di Avellino. Nei primi giorni della prossima settimana si potrebbe sbloccare con la decisione della magistratura coordinata all’acquisizione delle garanzie tecniche di sicurezza e salvaguardia della pubblica incolumità richieste secondo le normative; decisione, ch’è in corsia di adozione connessa com’è al deposito nei competenti uffici giudiziari delle risultanze documentali e dei grafici dei controlli sulla tenuta delle infrastrutture sequestrate, eseguendo saggi a campione di carotaggio. Un’operazione ch’è stata condotta dai tecnici della società Autostrade per l’Italia, concessionaria delle rete dell’A-16, dopo il dissequestro parziale, disposto dalla magistratura proprio per far compiere i prelievi di verifica previsti. Gli atti sono stati depositati il 2 luglio e attesterebbero, secondo indiscrezioni non confermate, la tenuta regolare delle infrastrutture. E costituiranno la piattaforma dei provvedimenti definitivi, che saranno assunti dalla magistratura.
In questo quadro, si inserisce, come si ricorderà, la richiesta fatta nell’immediatezza del provvedimento del 5 giugno dall’amministrazione comunale per il dissequestro delle infrastrutture, in sede di Tribunale del Riesame. Una risposta data dall’Ente di piazza Lauro alle pressanti sollecitazioni e istanze di imprenditori, i cui opifici e stabilimenti sono attivi nell’area del Piano degli insediamenti produttivi comunale, servita dai cavalcavia, e da un mese ormai in gravi difficoltà non riuscendo a sviluppare il ciclo produttivo secondo la normalità. “Una risposta d’attenzione doverosa e dovuta- tiene a ribadire il sindaco Marco Santo Alaia-essendo primario interesse dell’amministrazione coniugare sicurezza urbana, pubblica incolumità e le attività produttive, linfa dell’economia locale. Per la specificità delle competenze dell’amministrazione sono stati fatti tutti passi necessari senza nulla tralasciare- aggiunge il “primo cittadino” – e in un pubblico incontro con gli operatori del Pip e gli agricoltori nel Palazzo comunale, a cui ha partecipato anche il professore Prota della Facoltà d’Ingegneria della Federico II sono stati forniti tutti gli elementi di conoscenza dell’azione dell’amministrazione, che vigilerà sugli sviluppi della vicenda”.
Al di là delle more del procedimento, è certo che la condizione in atto, sta penalizzando duramente e in modo particolare l’Euronut, società per azioni – tra le rare attività economiche operanti sul territorio con questa configurazione strutturale indicativa di solida organizzazione imprenditoriale e di competitività- specializzata nella lavorazione, trasformazione e produzione di semilavorati per l’industria dolciaria, la cui materia prima è fornita dalle nocciole, la tipicità colturale dell’area avellana. Una realtà aziendale, attiva da venti anni e che nel decorso biennio ha realizzato il fatturato di 12 milioni di euro, con filiera produttiva che nella misura del 55% si rapporta al mercato estero e ai grandi marchi di settore.
Il caso-Euronut è al centro dell’interrogazione parlamentare, con risposta scritta, firmata da Massimiliano Manfredi e Assunta Tartaglione, del Partito democratico, diretta al Ministro dei trasporti e delle infrastrutture e al Ministro per lo sviluppo economico. Nell’articolato documento i parlamentari democratici evidenziano i danni e i rischi irreversibili a cui è esposta Euronut, perdurando lo stallo in atto; danni e rischi che prefigurano la perdita di fatturato, la rescissione dei contratti e la revoca degli affidamenti bancari. Danni e rischi, determinati dallo stato di totale isolamento, in cui si trova da un mese ormai l’azienda, che non riceve le forniture per la funzionalità del ciclo produttivo né può immettere sul mercato quel che riesce a produrre. E’ l’eutanasia di un’azienda, che svilisce i titolari e i lavoratori, senza che abbiano alcuna responsabilità diretta o indiretta nella brutta storia.
E va anche evidenziato che le criticità, da cui sono interessati gli opifici e gli stabilimenti dell’area degli insediamenti produttivi, investono anche gli agricoltori, soprattutto dei terreni della vasta Selva Paradina, che si estende in leggero profilo collinare al di là dei cavalcavia sequestrati. Sono suoli agrari, in cui si pratica la nocciolicoltura. Terreni, che non si possono raggiungere con mezzi meccanici, mentre si avvicina il periodo del raccolto, favorito anche delle alte temperature di questi giorni.