Quanto accaduto al ponte di Genova ci ha profondamente toccati. Abbiamo provato e proviamo ancora dolore e rabbia per una vicenda che, nonostante le differenze ed i distinguo, rimanda in parte
a quello che la nostra azienda, la Euronut Spa, sta vivendo da ben 14 mesi. Da oltre un anno lottiamo per la sicurezza del cavalcavia numero 22 dell’autostrada A16 Napoli- Bari, nel Comune di Sperone (Avellino), sequestrato il 5 giugno del 2017 dalla procura di Avellino per gravi carenze strutturali per le quali due dirigenti di Autostrade per l’Italia sono indagati con l’accusa di omessa manutenzione. Per questo, oltre l’umana partecipazione e la grande commozione, per noi di Euronut il crollo del viadotto della A10 non è solo un fatto di cronaca ma un richiamo terribile e concreto sulle condizioni dei ponti e dei cavalcavia che uniscono l’Italia che viaggia e lavora. Infrastrutture fragili che hanno cinquanta anni e più (il “nostro” cavalcavia 22 è stato costruito nel 1965), che subiscono le sollecitazioni di un traffico che non è più quello di mezzo secolo fa e che non ricevono una manutenzione adeguata visto che, da notizie di stampa, gli investimenti in manutenzione sono in diminuzione a fronte di aumenti degli incassi. A Sperone questa situazione di presunta inadempienza su cui sono ancora in corso le indagini della magistratura ha portato al sequestro del cavalcavia numero 22 della A16 che ha purtroppo isolato la nostra azienda di trasformazione delle nocciole che aveva il ponte come unica via di accesso, con ripercussioni pesanti sulla nostra attività. A Genova, purtroppo, le conseguenze sono state ben più pesanti, tragiche e assurde. Il tema però resta uno e uno solo: bisogna garantire la massima sicurezza per chi viaggia sopra e sotto i viadotti, bisogna garantire una viabilità a norma, bisogna assicurare gli standard di legge per automobili e mezzi pesanti e consegnare all’Italia una rete viaria degna di un Paese europeo. Noi di Euronut spa chiediamo da mesi il ripristino della normale viabilità sul “nostro” cavalcavia, talvolta predicando nell’indifferenza delle istituzioni. La tragedia di Genova ci impone ora di continuare con ancor più forza l’azione a tutela dei nostri diritti, di chiedere più controlli, più interventi, più soluzioni e meno attenzione ai profitti quando è in ballo l’incolumità’ delle persone.