Dal mandato elettivo esercitato nel “Parlamentino” provinciale di Avellino ai due cicli consecutivi nella guida della civica amministrazione, con un ’attiva e costante presenza sui territori per le politiche di coesione sociale. Un bilancio meritorio per stile,competenza, trasparenza di gestione nella fiscalitàlocale, con il proficuo concorso di compagini consiliari per qualità di proposta e spirito di servizio.
di Gianni Amodeo
A trent’anni, si misurò con il primo banco di prova elettorale nelle “Provinciali” di Avellino per il quinquennio 1999\2004. Ed acquisì il seggio di rappresentanza del Collegio di Avella – comprensivo di Mugnano del Cardinale, Quadrelle, Sirignano,Baiano, Sperone e la Città del Clanio, appunto – con il supporto dei Democratici di sinistra, sfiorando la soglia dei tre mila voti, la quota più alta di consensi, fatta registrare nella tornata dai Ds. Una tornata coincisa con quella generale e complessa fase politico-amministrativa che segnò la generale dissoluzione dei partiti della “Prima Repubblica” implosi per corruttele e degenerazioni di vario ordine , mentre proprio in Irpinia permanevano ancora larghe e profonde le ferite aperte dal terremoto del novembre dell’80, con l’appendice del febbraio dell’81. Senza dire della tortuosa declinazione attuativa del rapporto Ricostruzione e Sviluppo che, in contrasto con gli annunci programmatici correlati con la pur interessante legislazione varata in materia, veniva sfaldandosi e vanificando in politiche di spesa di denaro pubblico senza controllo, delle quali profittarono a larghe e basse mani clan di camorra e spregiudicati imprenditori-ladri, in sinergia con la malapolitica e la malaburocrazia, soprattutto nelle Aree destinate alle attività produttive e d’industrializzazione. Un appuntamento con le urne, il cui epilogo fu deciso dal ballottaggio, in cui si fronteggiarono Franco Maselli e Raffaele Aurisicchio, l’uno e l’altro candidati del centro–sinistra, con il carico delle sue complicate sottigliezze e confuse sfumature nella continua proliferazione di quegli anni, nell’affannosa ricerca della quadratura, per far interagire quello che ancora sopravviveva della Dc e del Pci ormai senza anima per il logorio impresso dall’esercizio del potere, che, quando si prolunga nel tempo, brucia ed offusca le idee, annullando innovazione e cambiamento in positivo, per farsi sterile conservazione di sé tout court.
La spuntò Maselli – ingegnere di professione, prestato alla politica e riferibile direttamente all’area di centro della coalizione-, che toccò il tetto del 59 %, con il restante 41% appannaggio di Aurisicchio, dirigente della Cna, riferibile più strettamente all’area di sinistra della coalizione e che sarà parlamentare eletto nell’Ulivo. Ma, al netto della conflittualità politica interna al centro–sinistra, ch’era, contestualmente, maggioranza e minoranza di se stessa, resta dato sicuro che la Giunta– Maselli ha amministrato la Provincia nel segno della normalità, rendendone la gestione la più efficiente in attività negli ultimi quarant’anni.
La mancata elezione in Consiglio regionale 2000–2005
Primo dei non–eletti nei Ds
Così com’è certo che l’approdo nel “Parlamentino” di palazzo Caracciolo, costituì per l’avvocato Marco Santo Alaia la sostanziosa dotazione di consensi, su cui la dirigenza provinciale dei Ds puntò, sostenendone la candidatura per le Regionali della Campania, nella tornata del 16 aprile del 2000. Scelta rivelatasi opportuna e ben ponderata, connotata dalla ragguardevole soglia raggiunta di otto mila voti, che,però, non gli valse l’elezione nel Consiglio regionale della Campania, essendo stati attribuiti alla Provincia di Avellino, soltanto tre seggi in rappresentanza della Margherita, dei Ds e di Forza Italia, con oltre 21 mila voti per Enzo De Luca, circa 12 mila ad Angelo Giusto e poco più di 7 mila Cosimo Sibilia . E, tuttavia, nel febbraio del 2001 la rappresentanza irpina nel Palazzo della Regione, nel Centro direzionale di Napoli, si ampliò con l’ingresso di Franco D’Ercole, di Alleanza Nazionale, subentrato ad Antonio Rastrelli – senatore e deputato di lungo corso, sottosegretario di Stato per il Tesoro nel primo governo presieduto da Berlusconi nel 1994 e già presidente della Campania – che si dimise Consiglio regionale, essendo stato eletto all’unanimità dal Parlamento componente laico del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, pilastro dell’architettura costituzionale dello Stato repubblicano.
Il background di palazzo Caracciolo e la guida del Comune
Elezione mancata di un soffio, in Consiglio regionale, ma anche un’esperienza interessante di ascolto e attenzione e conoscenza delle problematiche dei territori e delle comunità, di cui Marco Santo Alaia seppe avvalersi per esercitare le funzioni di consigliere provinciale, nel quadro delle politiche sviluppate da palazzo Caracciolo sul versante della rete viaria dei territori da rimettere in sesto, dopo i duri colpi che aveva subito dagli eventi sismici, e per riportare alla piena normalità i servizi scolastici. Un ruolo interpretato nella dimensione istituzionale con dedizione, per diventare il riferimento per l’elezione a sindaco di Sperone nella tornata di maggio del 2011, con replay nella tornata del 2016.
Due mandati elettorali consecutivi, che Marco Santo Alaia ha svolto sulla lunga scia di 65 anni, tracciata dalle amministrazioni che nel tempo si sono succedute nell’ Ente di piazza Luigi Lauro, sempre con la guida di un componente della famiglia Alaia, da Marco senjor ai fratelli Stefano e Adolfo, ai cugini Salvatore e Marco Santo Alaia. Una storia di continuità amministrativa, in cui si è finora ritrovata e riconosciuta la comunità che s’appresta a tagliare il traguardo dei quattro mila abitanti e che andrà al voto per il rinnovo degli organi elettivi il 3–4 ottobre, con la tradizionale compagine civica dell’Orologio e quella civica di nuova formazione, Uniti per Sperone, l’una propone l’elezione a sindaco di Adolfo Alaia, alla soglia degli 80 anni per un impegno commendevole e già “Primo cittadino” per tre cicli consiliari, l’altra,sostiene l’elezione di Pasquale Muccio, poco più che trentenne, alla prima esperienza politico-amministrativa. Un confronto che si viene sviluppando sui problemi concreti da risolvere e servizi da potenziare per vivibilità generale, spaziando in larga misura su social, giornali on line, youtube e nei classici comizi di piazza che hanno ancora un loro inconfondibile appeal per coloro che appartengono alle generazioni d’antan.
Iniziative-simbolo e finestra aperta sul territorio
Marco Santo Alaia, avvocato e docente, esce di scena in questo contesto. E nell’agenda di sindaco, che ha amministrato l’ Ente di piazza Lauro, con stile e competenza, grazie anche e soprattutto all’apporto di un Consiglio comunale costruttivo e propositivo, sia nella componente di maggioranza che di minoranza, si “leggono” alcune pagine che meritano rilievo. C’è la pagina dell’approvazione all’unanimità del civico consesso a fine luglio del 2019, in ordine alla Mozione di contrasto universale sui cambiamenti climatici, illustrata proprio da Alaia, nel focalizzare le iniziative di Greta Thunberg.
Veniva così dato seguito alla pubblicazione e diffusione degli originali e dettagliati Atti della Green School, composti- con la coordinazione delle professoresse Antonella Venezia e Giusy Vitillo– dalle ragazze e dai ragazzi della Scuola media “Alda Merini” dell’Istituto comprensivo Giovanni XXIII, diretto dal professore Vincenzo Serpico. Un variegato e interessante dossier presentato il 4 giugno dello stesso anno, ”accompagnato” dalla messa a dimora dell’Ulivo, simbolo di Pace e di amore per la Natura, nello spazio di pertinenza del plesso di via Sant’Elia. Una scelta coerente con gli obiettivi di Fridays for future, di cui sono protagoniste le Scuole in tutto il mondo e che proprio nell’odierna giornata- 24 settembre- saranno rivisitati nelle piazze di 70 città italiane, grazie alla mobilitazione di migliaia di giovani. Altra pagina è quella delle Lettere aperte dirette ai Governi nazionali, per sollecitare congrue iniziative economiche e finanziarie a favore dei piccoli Comuni, specie se virtuosi nella tenuta della fiscalità locale; e sul punto spiccano gli Appelli alla Corte dei Conti, con cui l’Ente di piazza Lauro chiede di poter utilizzare per opere d’interesse generale, gli avanzi di bilancio- piccole,ma significative somme di denaro pubblico- che realizza ogni anno.
E resta di primario risalto, la pagina dell’intervento pronunciato nel novembre del 2015 da Alaia nel Teatro comunale Biancardi, ad Avella, per la presentazione ufficiale dell’Unione intercomunale del Baianese e dell’Alto Clanis, prefigurando nella prospettiva di almeno un quinquennio la Fusione delle sei Municipalità interessate, all’insegna del Comune unico, le cui radici affondano nella millenaria storia di Abella\Avella. Un percorso che contemplava- e contempla- la graduale cessione di funzioni e competenze proprie dei Comuni all’Unione, con sede istituzionale nella Città del Clanio, dalla Polizia municipale alla Protezione civile, dall’Edilizia scolastica e servizi al Catasto, puntando su un organico disegno urbanistico ed edilizio del territorio. Un progetto restato in nuce -dopo il biennio con proroga di un anno di presidenza, esercitato proprio da Alaia-, ad onta dello Statuto dell’Unione e degli Statuti dei singoli Comuni, con un Consiglio generale che non s’è mai riunito, composto da tre rappresentanti, eletti regolarmente dai Consigli delle singole Municipalità, pur nell’alternanza dei cicli iniziati nel 2015 e nel 2017. Un progetto da rimettere in carreggiata e in sesto nell’immediatezza, alla luce anche e soprattutto del Recovery plan per la Next generation Eu, fortemente premiante per le politiche di coesione territoriale e intercomunali.
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