di Gianni Amodeo
E’ una bella e valida realtà associativa, quella di Zigo–Zago, che fa riferimento all’omonima associazione – presieduta da Maria Grazia Napolitano– promuovendo e diffondendo tra giovani e… meno giovani la cultura del teatro con il sano spirito dell’ impegno amatoriale e tanto entusiasmo, a Sperone e nell’area basso-irpina. Una realtà costruita e strutturata su solide basi, in virtù dell’ appassionato e fervido volontariato sviluppato nell’arco degli anni, grazie all’impulso del compianto presidente Carmine Festa e all’alternanza dei ricambi generazionali costanti che le danno continuità e proficua presenza nel panorama dell’arte scenica in Campania. Una presenza avvalorata dalle partecipazioni alle varie e qualificate rassegne e concorsi che si organizzano sui territori, soprattutto nell’area metropolitana di Napoli e nell’area provinciale di Salerno, con importanti riconoscimenti.
Un’ ulteriore e interessante conferma, ma non è affatto una sorpresa conoscendo dedizione e la cura organizzativa con cui opera e funziona la “macchina” di Zigo–Zago arriva dalla rappresentazione della commedia intitolata “ ‘Nu bambeniello e tre San Giuseppe”, l’esilarante testo di Gaetano Di Maio e Nino Masiello– in due atti in lingua napoletana- recitato e interpretato con brio per due serate consecutive al Teatro “Biancardi”, ad Avella. Un’autentica e piacevole performance dell’estrosa Compagnia, rappresentando al meglio della plastica e versatile espressività del vernacolo partenopeo l’intreccio degli equivoci, dei doppi sensi e delle ambiguità, con cui si dipana la trama del racconto intenso per il ritmo e la varietà delle situazioni, in cui si muovono i personaggi-protagonisti.
Una rappresentazione di eccellente effetto, con la regia di Franco D’Anna, profondo ed attento conoscitore del teatro napoletano sia quello “consacrato” dalla tradizione che quello contemporaneo, di cui “ ‘Nu bambeniello e tre San Giuseppe” è una eloquente testimonianza di ariosità e freschezza; e con Franco D’Anna in regia, proficuo il supporto fornito da Rosanna Russo nel ruolo di suggeritrice, da Pio Stefanelli per l’impianto audio-video, e da Nicola Vigliotta, per la grafica. La commedia di agile scrittura, com’è nello stile fluido e scorrevole di Gaetano Di Maio e Nino Masiello -ambientata negli anni ’60– si squaderna in rapidi e continui squarci di comicità irresistibili e ruota sulla figura di Carmelina, La figlia– interpretata da Antonia Festa– e sui genitori, Pasquale ed Eleonora, a cui danno volto e voce Pasquale Longobardi e Carmela Peluso.
Stanca e annoiata della vita che scorre sempre eguale a se stessa nel paesello di campagna, dov’è nata e vive, Carmelina, incontrando il consenso della madre, sceglie di fare il gran salto verso Roma, per ritrovarsi nell’effimero e banale mondo delle fiction di Cinecittà, illudendosi di poter fare fortuna con facili guadagni e tanta popolarità. E si ritrova, alla fine delle … tante speranze fiorite nel suo cuore, ad essere semplice figurante nell’interpretare qualche scena “osé” in un film porno. Il film viene visto anche nel paesello e Carmelina diventa all’istante -nel veloce vortice delle gratuite e insensate maldicenze- la “giovane dello scandalo” che offende il paesello, la “svergognata” non solo per i paesani, ma anche per gli … occhi del padre, Pasquale, che ne prova amarezza e sofferto “scuorno”.
E, come se non bastasse, la giovane donna si ritrova incinta. Una condizione della quale sono considerati responsabili i … ”tre San Giuseppe” accreditati dalle insultanti dicerie del paesello; tre padri putativi, lo scemo, il contadino e l’avvocato del paesello stesso. Tre padri putativi immaginari e immaginati dalla grettezza della gente, mentre il vero padre naturale, come Carmelina rivelerà segretamente a Filiberto, amico di famiglia ed interpretato con garbo e finezza psicologica da Elio Napolitano, è Giovannino, che si ritrova nelle fattezze di Elia D’Anna, l’unico ed esclusivo suo amore, emigrato in Germania per ragioni di lavoro e per costruire il nido–famiglia proprio in quel paesello che non cambia mai, soffocato e depresso com’è da noia e tante miserie umane e comode maldicenze di cui non si paga pegno. Un racconto scenico proposto con verve e ricco di significati che frantumano e riducono in poltiglia ipocrisie e facili menzogne. Ed ecco il prospetto dei personaggi con gli interpreti.
Filiberto, Elio Napolitano; Pasquale, Pasquale Longobardi; Eleonora, Carmela Peluso; Carmelina, Antonia Festa; Mezzavotte, Vitaliano Ferrara; francesca, Lortedana Alaia; Giovannino, Elia D’Anna; Vincenzone, Natalino D’Avanzo; Avvocato Pianese, Lorenzo Napolitano; Luigino, Nicola Vigliotta; Nicolino, Francesco D’Anna; La romana, Mariagrazia Napolitano; Michele, Antonio De Matteo; vicina di casa, Celeste Napolitano; dottoressa, Carmela Perillo; on.le Coppolino, Nicola Parente.
Nella serata conclusiva della rappresentazione della commedia di Di Maio–Masiello, nel parterre del “Biancardi” notata le presenze del vice–sindaco Elvira Tortora, del consigliere comunale, Giovanni Orefice, con delega per l’Ecologia e gli Enti sovra-comunali, del professore Vincenzo Serpico, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “Giovanni XXIII”, e della dott.ssa Rossella De Gennaro, esperta e consulente per le progettazioni degli Enti pubblici per l’accesso ai fondi strutturali dell’Unione europea.
Applausi meritati per Zigo–Zago nelle due serate in cui ha tenuto scena al “Biancardi” per una platea di pubblico entusiasta e coinvolto in pieno.Le foto sono della prof.ssa Diana Picciocchi.