SPERONE. Sequestro Cava, l’amministratore dell’impresa Bernardo Natale: “Massimo rispetto nella magistratura, dimostreremo di non aver commesso nessun illecito”

SPERONE. Sequestro Cava, lamministratore dellimpresa Bernardo Natale: Massimo rispetto nella magistratura, dimostreremo di non aver commesso nessun illecito

Dopo il sequestro della Cava di via Calcara Santa a Sperone (AV), la società che da circa un anno ha in gestione il sito, ha immediatamente, senza alcun remore, mostrato tutta la sua collaborazione con la magistratura per dimostrare la correttezza del proprio operato ed in particolare il rispetto di tutte le leggi ambientali. Durante il sequestro, oltre ai circa 116.000 mq di dimensione della cava stessa, erano state posto sotto sequestro anche le attrezzature e tre autocarri che nel momento dell’intervento della Guardia di Finanza stavano effettuando operazioni di carico e scarico. Su richiesta dell’avvocato Silvio Sepe, che difende l’impresa “Campania Ambiente e Inerti srl”, titolare della cava e uno dei proprietari degli autoarticolati finito sotto sequestro, ne  è stato chiesto il dissequestro, lo stesso autorizzato dal dal Pm, previo analisi del materiale trasportato mentre il Gip lo riteneva ininfluente. Analisi che l’amministratore della società finita sotto la lente di ingrandimento della Guardia di Finanza, Bernardo Natale, si riteneva disponibile ad effettuarli per il giorno venerdì 3 febbraio 2023 alle ore 10  mettendo anche a disposizione un chimico e un geologo. Questo un primo passo per fare chiarezza sull’attività della cava che deve difendersi da accuse pesantissime.

Lo stesso amministratore Bernardo Natale tiene a ribadire che: “I materiali rinvenuti, diversamente dalla astronomica cifra di tre milioni di metri cubi, ammontano a poche migliaia di metri cubi come sarà dimostrato nel corso delle indagini.
Non è stato alterato il percorso di alcun alveo. Si è proceduto alla mera pulizia dello stesso e ciò ha impedito che, in occasione di copiose piogge degli ultimi anni il paese ed, in particolare, la zona industriale non venisse invasa da detriti e fango. Avendo come scopo prevalente della propria attività la riqualificazione ambientale, nella assoluta convinzione di non avere posto in essere alcuna attività delittuosa”.