Sabato 28 febbraio, alle 20,30, e domenica 1 marzo, alle 18, il Teatro 99Posti di Torelli di Mercogliano ospita l’appuntamento più atteso dell’anno, la Prima nazionale di “Scannasurice” di Enzo Moscato portato in scena da Elicantropo Teatro con la regia di Carlo Cerciello la straordinaria interpretazione di Imma Villa.
”Scannasurice” è uno dei primi testi di Enzo Moscato, scritto poco dopo il sisma del 1980, in quella stagione che sarà definita della “nuova drammaturgia napoletana” di cui Moscato, con Annibale Ruccello e Manlio Santanelli, è uno dei maggiori esponenti. Scannasurice” è la storia di un “femminiello” dei Quartieri Spagnoli, che vive in un tugurio terremotato circondato da rifiuti e topi, “surice” appunto, con cui ha un rapporto di amore e odio; topi che sono una metafora del popolo napoletano. “Scannasurice” è il racconto di una discesa negli inferi di una città post terremotata da parte di un personaggio dall’identità incompleta, il “femminiello” per l’appunto, figura che diventerà poi tipica in tutto il teatro di Moscato.
Sarà molto interessante poter incontrare questo personaggio e il suo autore, rivivere le fibrillazioni innovative che furono create dagli autori della “nuova drammaturgia napoletana” e che determinarono una vera e propria rivoluzione stilistica, linguistica e tematica configurandosi come una corrente di rinnovamento di una tradizione che andava sclerotizzandosi e raccoglieva il lascito e la sfida che Eduardo De Filippo aveva posto all’attenzione dell’Italia e del mondo. Un’apparente discontinuità che in realtà si muoveva proprio nel solco tracciato da Eduardo, nel passaggio che c’è tra il clima e i temi delle opere “dei giorni pari” e quelle “dei giorni dispari” benché ci sia un evidente spostamento dagli interni domestici, alle strade, ai vicoli. In altre parole, con “Scannasurice” Moscato inizia a proporsi come un autore che guarda agli aspetti “neri” e deteriori della realtà che lo circonda e della napoletanità. Ha avuto la capacità di sostituire, tematizzandola, l’immagine stereotipata di una Napoli solare e proiettata sul mare, a una buia e tentacolare che emerge, ad esempio, già nella Ortese de “Il mare non bagna Napoli” ma che in Moscato trova compiutezza e lirismo.
“Per la messinscena siamo partiti da un’immagine bellissima – spiega Cerciello – che è quella dei Quartieri Spagnoli visti dal satellite. A guardar bene appare come un reticolo, una trappola, un labirinto, in cui le persone al suo interno sembrano topi avvolti dall’oscurità. Abbiamo quindi deciso, insieme con Roberto Crea, di prendere questa immagine, di orientarla in verticale e di utilizzarla come scenografia”. All’interno di questa struttura praticabile, che occupa quasi interamente la scena, si muove Imma Villa nei panni del “femminiello”. La sua interpretazione è una vera e propria maratona attoriale: racconta la vicenda dal suo punto di vista, evoca altri personaggi e spiriti presenti nel testo, dà vita a finti dialoghi, si arrampica all’interno della struttura compiendo velocissimi e continui cambi d’abito. Insomma, la sua è una prova funambolica e intensissima sul piano emotivo. A questo va aggiunta la preziosa confezione che trasforma un bellissimo monologo splendidamente interpretato in uno spettacolo multisensoriale: le musiche di Paolo Coletta, il suono di Hubert Westkemper, le luci di Cesare Accetta e i costumi di Daniela Ciancio. No, non si tratta del classico elenco fatto per citare tutti i collaboratori, in questo caso davvero la grande professionalità dei reparti sotto la guida di un regista dalla mano sicura riesce a trasformare uno spettacolo “piccolo” in un autentico gioiellino, rifinito nei minimi dettagli.
La Stagione del Teatro 99Posti riprende il 28 e 29 marzo e si chiude con il Co.C.I.S che mette in scena “Giochi di Famiglia” di B. Sbrljanovic, regia di Gianni Di Nardo.