Lei è la madre del bambino di due anni che domenica sera è arrivato al Moscati in gravissime condizioni. Non ricorda niente. Ha rimosso l’orrore di quei minuti a bordo dell’autobus prima di precipitare nel vuoto. E’ ancora sotto shock e dopo due giorni in osservazione al pronto soccorso è stata ieri trasferita al reparto di ortopedia. Non le hanno detto che suo figlio è stato trasferito d’urgenza domenica notte al Santobono di Napoli. Per fortuna le condizioni del piccolo non sono peggiorate, i medici lo hanno stabilizzato, anche se si trova ancora in prognosi riservata. Ignara di tutto questo ieri alle infermiere ha chiesto di poter vedere il bambino: «Portatemi mio figlio, che devo allattare». Il marito invece, 33enne, è già stato dimesso dal Moscati lunedì, anzi, chiese lui stesso di potersi allontanare volontariamente per raggiungere il figlio nonostante avesse una frattura scomposta del radio sinistro e una ferita lacerocontusa al cuoio capelluto. Degli altri sei feriti ricoverati ad Avellino la sera dell’incidente, un altro è stato già dimesso. I restanti cinque rimangono tutti al Moscati e solo i meno gravi potranno essere dimessi a partire dalle prossime 48 ore: un 53enne nel reparto Medicina (anche lui dice di non ricordarsi niente del volo dal cavalcavia, ma perché è svenuto poco prima dell’impatto con il parapetto dell’A16); una donna di 44 anni, sottoposta a intervento chirurgico di laparotomia esplorativa per trauma contusivo addominale con ematuria. Presenta anche una frattura complessa al bacino e lesioni vertebrali non mieliche. Le condizioni, sia emodinamiche che cardiorespiratorie, sono stabili. La prognosi è riservata; un’altra donna classe 1980, sottoposta a intervento chirurgico per una vasta ferita allo splancno cranio con frattura scapolare. Ingessata presso l’unità operativa di Ortopedia e Traumatologia, presenta una raccolta ematica oculare destra e si trova ricoverata in osservazione presso l’unità operativa di Chirurgia d’Urgenza; una 53enne con ematoma subdurale, cosciente e in condizioni stazionarie, si trova ricoverata presso l’unità Operativa di Neurochirurgia; una 50enne con ematoma frontale e ricoverata in osservazione presso l’unità operativa di Terapia del Dolore e Cure Palliative. A Napoli si trovano invece tutti e cinque i bambini scampati miracolosamente alla morte: le più gravi sono due bambine di tre anni. I medici le tengono sotto costante osservazione.