Chiusura con botto per il “Pizza sotto il Vesuvio” a San Sebastiano al Vesuvio Na, con la realizzazione, anche, della Pizza più lunga dei paesi vesuviani. Per essere il primo obiettivo di un cammino intrapreso, sta a significare, per i successi ottenuti già in questa prima edizione, che tanta strada potrà essere fatta, tanti obiettivi potranno essere raggiunti, tanti record e tante soddisfazioni. Tutti gli organizzatori, la cittadinanza e tutti coloro che si sono impegnati in questa iniziativa, potranno cogliere piacere come anche il comune cittadino, che con la partecipazione ha voluto dimostrare il suo impegno ad una vita partecipativa che il territorio può e deve svolgere per conquistare spazi che spettano ad una cittadina che ha una storia, una vita ed una vitalità che non meritano di essere disconosciute, ma al contrario ampliate. Amore per la propria terra natia, volontà di non lasciarla ed al tempo stesso di valorizzarla e farla emergere, hanno spinto Agostino Marinaro presidente dell’Aicast (Associazione Industria, Commercio, Artigianato Servizi e Turismo) di San Sebastiano al Vesuvio, a ideare, creare e realizzare, concordemente con Alfredo Folliero presidente nazionale dell’UPTeR (Associazione Pizzaiuoli Tradizionali e Ristoratori), un evento che potesse offrire qualcosa di veramente nuovo per i cittadini sansebastianesi in primis e poi per tutti. L’evento che alla sua prima edizione ha ottenuto successi al di la d’ogni più rosea aspettativa è stato intitolato “Pizza sotto il Vesuvio” ed ha visto protagonisti del successo il 1° trofeo Vesuvio Pizza Cup ed il Trofeo Spaghetto d’Oro. Due gare, la prima alla quale hanno concorso tantissimi concorrenti pizzaiuoli, associati dell’UPTeR e non, che hanno gareggiato in tante specialità di pizza, giungendo da tante località dello Stivale, mentre anche per lo Spaghetto d’Oro, gara che solo questa associazione vanta avendo inserito anche i ristoratori per portare nel mondo i due simboli di italianità la Pizza e la Pasta, hanno concorso in numero minore, ma ugualmente numeroso di pizzaiuoli chef, lady chef e alunni degli istituti alberghieri locali. Sin dalla prima giornata l’affluenza nella villa comunale di San Sebastiano, che ha ospitato la kermesse, ha fatto registrare oltre 2000 visitatori accorsi per visitare i tanti stand di imprenditori che hanno aderito alla manifestazione, facendo gustare gratuitamente i loro squisiti prodotti come Ciro Scarpato storico apprezzatissimo pasticciere, e soprattutto per gustare le pizze che i pizzaiuoli, delle 8 postazioni di pizzerie allestite in loco, hanno sfornato a gogo offrendole gratuitamente, raggiungendo dalle ore 18 alle 22, la produzione di circa 1200 pizze. E se la prima giornata climaticamente si è presentata con un tempo incerto minacciante pioggia che fortunatamente è giunta solo a termine serata, la seconda giornata caratterizzata dal bel tempo ha spinto a godersi la festa ad un ancor più alto numero di persone tanto da portare le pizze prodotte in questa giornata a circa 1800. I visitatori in villa sono stati sempre attratti dalle degustazioni di pizze gratuite, mentre era possibile assistere alle gare di pizzaiuoli e maestri istruttori che l’UPTeR vanta, scesi anche loro in gare insieme ai tanti pizzaioli, ma principalmente per offrire una pizza al pubblico, chiaramente in forma del tutto gratuita, sfornando pizze nello stand con forno attiguo a quello della giuria presieduta da Flavia Ferraro, Discepola di Auguste Escoffier e dal giornalista enogastronomo Giuseppe De Girolamo e composta da altri esperti del settore in particolare Mario Folliero direttore generale di UPTeR, che ha determinato i vincitori premiati nella serata finale. Al mattino, numerosi sono stati gli istituti dai vari indirizzi di docenza che hanno portato le loro scolaresche a visitare la festa della pizza. Sia docenti che discenti si sono cimentati nella produzione di pizze guidati da maestri pizzaiuoli nell’impasto e nella stesura della pallina di pasta lievitata come anche nella farcitura, fino per i più grandi, a dar loro il piacere di infornarla.
Il clou della giornata finale ha visto tutti i pizzaiuoli adoperarsi per qualcosa di grande attrazione “La Pizza più lunga prodotta alle falde del Vesuvio”, che con uno speciale forno è stata cotta raggiungendo oltre 50 metri di lunghezza. Le intere tre giornate che hanno interessato circa 8000 persone, sono state seguite oltre che da tante reti televisive e giornalisti di varie testate, anche da RCC Targato Italia che ha permesso agli ascoltatori della radio di seguire, in diretta, le varie fasi del “Pizza sotto il Vesuvio”. Nell’ultima serata sul palco, a termine di esibizioni di danza che, come per le serate precedenti con spettacoli musicali ed altro hanno allietato la serata, sono avvenute le premiazioni che hanno fatto seguito all’intervento del sindaco di San Sebastiano al Vesuvio, Piazza Raffaele Capasso, il quale si è congratulato con Marinaro e tutti gli imprenditori che con le loro tasche hanno voluto dare un grande contributo alla visibilità della cittadina campana. Oltre alle targhe e vari attestati di partecipazione, consegnati da Folliero e Marinaro, le coppe per i vincitori primi classificati sono andate per la pizza Marinara Doc a Marino, per la Margherita Doc a Mario Giordano, per il Calzone a Cito, per la Pizza Fritta a Davide Salvo, per la Innovativa a Orilia, per la Sapori del Sud a Francesco Barbaro, per la No Glut a Cardella, mentre per lo Spaghetto d’Oro si è classificata al primo posto Rosaria Florio. Un premio speciale, assegnato dalla giuria per la bellissima scenografia di abbinamento per gli ingredienti sulla pizza è stato assegnato a Salvatore Medora. E’ salito poi sul palco, aggiungendosi a premiandi, il presidente della Pro Loco di San Sebastiano Enzo Battaglia, per premiare, come accade in tutti i campionati che l’UPTeR organizza, il Super Campione, e tutti insieme hanno consegnato la mega coppa a Luca Rallo.
Alfredo Folliero, a termine della tre giorni ci dice: “Si sognava da anni di rispettare il Vesuvio, perché il lungomare partenopeo è bellissimo, ma lo è altrettanto l’interlad dei paesi vesuviani con la sua maestosa montagna e ci siamo riusciti con l’amico Agostino Marinaro. La mia infanzia l’ho svolta, anche lavorativamente, in queste zone e mi ha commosso vedere al mattino tanti ragazzi con la volontà di apprendere le basi per esercitare questo lavoro di pizzaiuolo, anche se per tanti non sarà la professione che svolgeranno nella vita. Oltre alla gara per il Primo Trofeo Vesuvio Cup, abbiamo realizzato la Pizza più lunga del villaggio del Vesuvio, è stato tutto un gran successo che ripeteremo ed amplieremo”.
Mario Foliero, appena rientrato dal Giappone dove è stato impegnato in un tour di otto tappe che ci spiega dicendoci anche altro: “Nelle otto città del Giappone che abbiamo visitato, abbiamo portato avanti il progetto dell’Hing Quality UPTeR, quindi si parla di prodotti e di pizza di qualità, progetto interessante che proseguirà anche con altre dieci tappe in Giappone e continuerà in Europa interessando nazioni come Francia, Lussemburgo e Belgio. Il marchio UPTeR ed anche il progetto Hing Quality sta continuando ad andare avanti, anche perché si notano i progetti manageriali di grosse pizzerie che vogliono come obiettivo primario l’alta qualità italiana. Oltre agli artefici in Italia del successo di famiglia, iniziato con mio nonno il prof. Mario Folliero, -Storico della Pizza-e proseguito con mio padre Alfredo, le mie sorelle Tiziana e Daniela ora avvocato del foro romano, ma che ha fatto anche la gavetta da pizzaiola e mia mamma Flavia Ferraro, ho un fratello che si chiama Augusto e che attualmente si trova in California dove si è affermato con una scuola di docenza della pizza UPTeR ed a breve andrà in Messico dove anche lì lancerà il nostro marchio Hing Quality, sempre della scuola UPTeR, per diffonderlo quindi anche in sud America. Un lavoro fatto di costanza pazienza e principalmente passione con impegno, serietà e tante ore dietro al banco della pizza perché il segreto del successo è proprio stare dietro al banco”.
Infine Agostino Marinaro, presidente dell’Aicast di San Sebastiano al Vesuvio, che è stato il grande promotore di questo evento sansebastianese, ci dice: ”Sono stato il primo organizzatore di “Pizza sotto il Vesuvio” e ora che ho vinto una sfida, posso vantarmi a tutto titolo di aver raggiunto uno scopo ed un obiettivo riunendo pizzaioli e commercianti dell’area vesuviana che hanno tanta voglia di vivere e far vivere la loro città. E’ stata una grossa opera, avversata da numerose difficoltà createsi, e che sono riuscito con l’impegno che contraddistingue la mia persona a risolvere. Ho creduto e sono riuscito a convincere i commercianti che era una operazione non a livello economico, ma morale per dare, come avvenuto, l’opportunità alla gente di uscire di casa e ritrovarsi fra loro per vivere la pizza, cosa ultimamente andata nel dimenticatoio. Io ed i miei figli, Manuel, Giovanni e Antonio, abbiamo abbandonato un po’ momenti di lavoro nella nostra attività che abbraccia la ristorazione a 360 gradi con le strutture che possediamo e gestiamo, ma ne è valsa la pena, visto il grande successo ottenuto. La risposta e collaborazione da parte di tutti ha rappresentato una grande solidarietà omogenea, senza rivalità, senza concorrenza, accompagnata dall’umiltà con la quale hanno offerto la conoscenza di prodotti, gastronomici, alimentari e non, che ha portato a far conoscere, a tanti, valori e eccellenze che San Sebastiano possiede. Il grande contributo, anche del mio storico amico Alfredo Folliero, che è venuto qui dal Lazio affiancandoci nel lato pizza con la sua associazione mondiale UPTeR, è stato essenziale per il successo ottenuto. Faccio l’imprenitore da 40 anni e mi sento un vero figlio di questo territorio, ecco perché ho fatto tutto questo ed inizierò sin da domani a lavorare per la prossima edizione 2019 che intendo anche allungare di una giornata, visto i risultati di quest’anno. Tutto questo anche per onorare e non dimenticare l’impegno di un nostro sindaco, Raffaele Capasso, scomparso da circa 20 anni, ma sempre nei nostri cuori, che ha lasciato una impronta ed una mentalità che davano modo di definire questo paese – la piccola Svizzera-, una realtà vissuta e che voglio rivivere per me e per tutti”.
Giuseppe De Girolamo