Cava de’ Tirreni. Successo straordinario per la manifestazione “La Cava, civitas fidelissima 1460” che si è tenuta lo scorso week-end nella cittadina metelliana. Elevato il numero di presenze registrate nei tre giorni dedicati alla Pergamene Bianca con persone giunte da tutta la regione. Sold-out, infatti, sabato sera per la rappresentazione teatrale “Assedio a La Cava” curata da Andrea Carraro che ha rievocato appunto uno dei momenti storici più importanti nella storia della dominazione aragonese e che ebbe appunto come protagonista il popolo cavese.
Imponente e suggestiva tutta la manifestazione che ha inserito all’interno della kermesse funzioni religiose, cortei, teatro e musica tutto per far rivivere il fascino medievale della antica e civilissima cittadina cavese. A chiudere la manifestazione, domenica 3 settembre, i bravissimi allievi del Conservatorio di Salerno “Giuseppe Martucci”, componenti del “Samnium Clarinet choir” che si sono esibiti nel chiostro dello storico convento francescano. Diretti dal maestro Gaetano Falzarano, i musicisti hanno interpretato componimenti di Puccini, Verdi e brani del celebre compositore e clarinettista Walter Farina.
Ma il successo dell’intera manifestazione, che per tre giorni ha riportato Cava ai suoi antichi splendori, si deve esclusivamente all’impegno morale, fattivo ed economico dell’Associazione Sbandieratori Città de La Cava, guidata dal presidente Felice, che ha ideato, progettato e realizzato l’intero evento con il solo scopo di preservare e tramandare la storia di Cava de’ Tirreni
Un plauso che all’indomani della manifestazione arriva sia dai cittadini di Cava de’ Tirreni che da tanti operatori del settore, che hanno condiviso lo sfogo del presidente Abate amareggiato – e non potrebbe essere altrimenti – per il disinteresse che le istituzioni, a tutti i livelli, hanno dimostrato nei confronti di un evento così imponente.
La storia della Pergamena Bianca, è una storia di resistenza e di coraggio, lo stesso che ogni giorno risulta necessario per poter continuare a credere in un progetto culturale capace di coinvolgere un’intera comunità. Lo stesso che dal 1969 dimostrano ancora gli alfieri della Città de la Cava.