L’equiparazione tra gli agriturismi e gli alberghi nel pagamento della tassa rifiuti è illegittima. Ne da notizia Coldiretti Campania dopo la pubblicazione di una sentenza del Consiglio di Stato, che rappresenta una vittoria dopo lunghe battaglie dell’organizzazione agricola in tal senso. La federazione regionale di Coldiretti, attraverso il presidente Gennarino Masiello e il direttore Salvatore Loffreda, di concerto con le federazioni provinciali di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno e all’associazione Terranostra Campania, si sta attivando nei confronti delle Amministrazioni comunali per chiedere ai sindaci di non applicare la stessa aliquota IUC/TARI per alberghi ed agriturismi, l’annullamento immediato della tariffa e un adeguamento normativo del regolamento.
La recente sentenza del Consiglio di Stato, n. 1162 del 19 febbraio 2019, ha affermato un principio importante: l’attività agrituristica non può essere assimilata a quella alberghiera. Quindi anche la tariffa applicata con la Tari non può essere la stessa. La sentenza, confermando la pronuncia di primo grado (TAR Umbria, sentenza n. 77/2018, pubblicata l’1 febbraio 2018, in all. 2), ha accolto in toto gli argomenti delle aziende ricorrenti.
“Finalmente – afferma Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti – è stata sancita ed accolta una nostra battaglia alberghi e agriturismi sono attività diverse, che non generano la stessa quantità e tipologia di rifiuti e non possono quindi pagare la stessa tariffa I giudici hanno ricordato come le attività di ricezione ed ospitalità esercitate da imprenditori agricoli siano connesse all’attività agricola principale, contrariamente agli alberghi. L’esercizio dell’impresa agricola – aggiunge – è unico e inscindibile dall’attività agrituristica che per nessuna ragione può essere scissa da quella agricola. Per tale ragione, in difetto di specifiche disposizioni, riteniamo si debbano applicare le norme previste per il settore agricolo”.
“L’agriturismo – aggiunge il direttore regionale Loffreda – a differenza delle altre strutture, è soggetto a restrizioni e condizioni di esercizio uniche, tra cui un limite nei giorni di apertura e nel numero di pasti o presenze complessive annue, il che significa una diversa capacità contributiva rispetto agli alberghi. La stessa produzione di rifiuti è diversa: per le attività agricole si utilizzano imballaggi riutilizzabili, mentre per la ristorazione è obbligatorio l’utilizzo di esclusivo di prodotti propri o delle aziende del territorio, con una considerevole riduzione di rifiuti”.
“I giudici – evidenzia Manuel Lombardi, presidente di Terranostra Campania – hanno rilevato che i Comuni avrebbero dovuto formulare una tariffa realisticamente proporzionata alla connotazione specifica dell’attività ed all’effettiva capacità di produzione per quantità e qualità dei rifiuti. Per questi motivi chiediamo alle amministrazioni comunali coinvolte l’immediato annullamento della IUC/TARI per le attività di agriturismo, regolandone successivamente l’esenzione definitiva. Questa agevolazione aiuta concretamente ad alzare l’asticella dei controlli per smascherare i falsi agriturismi”.