I contribuenti danneggiati possono chiedere il rimborso dell’importo della tassa versato in eccesso. Ecco dove rivolgersi per presentare la domanda.
E’ polemica sul calcolo della Tari, la tassa sui rifiuti che nel 2014 ha sostituito la vecchia Tares.
In moltissimi Comuni, grandi e piccoli (per ora il numero è imponderabile), la tassa dei rifiuti è stata, infatti, erroneamente “gonfiata”, applicando un sistema di calcolo diverso da quello previsto dalla normativa. In alcuni casi sono stati chiesti – e pagati – importi addirittura doppi rispetto a quelli effettivamente dovuti.
Quello che non quadra è il calcolo della quota variabile, che risulta computata più di una volta, facendo così lievitare i costi per le famiglie.
La tassa, infatti, comprende una quota fissa e una variabile; la parte fissa dipende da quando è grande la casa, essendo legata ai metri quadrati dell’unità abitativa; mentre quella variabile è legata al numero degli abitanti della casa, così da adeguare il prelievo ai rifiuti prodotti.
Ed ecco l’errore: la quota variabile andrebbe calcolata una sola volta sull’ abitazione principale, comprese le pertinenze (ad es. garage, cantine, soffitte, posti auto, mansarde ecc.), tenuto conto del numero dei familiari. Quello che è accaduto in molti casi, tuttavia, è che, in riferimento alle pertinenze (garage, soffitte, cantine, mansarde ecc.), tanti Comuni hanno conteggiato anche la quota variabile per ognuna di esse, come se i rifiuti prodotti aumentassero in presenza di pertinenze.
Invece, la parte variabile della tariffa relativa alle pertinenze (come precisato dal punto 4.2 dell’All. 1 al DPR N. 158/99)“va computata una sola volta, considerando l’intera superficie dell’utenza composta sia dalla parte abitativa che dalle pertinenze site nello stesso comune”.
Pertanto, i contribuenti tartassati, che ritengono di aver pagato importi non dovuti, potranno chiedere la restituzione dei soldi pagati in più negli ultimi cinque anni o la compensazione nel prossimo bollettino di pagamento e prepararsi a intraprendere la via dei ricorsi tributari formali in caso di rifiuto del Comune.
A tal fine, l’Associazione dei Consumatori KONSUMER ITALIA, rappresentata dal presidente regionale Avv. Almerigo Pantalone e dalla coordinatrice irpina Avv. Stefania Palmariello, fornisce ai consumatori tutta l’assistenza, burocratica e legale, necessaria per scoprire le inesattezze nel calcolo della tariffa e per presentare la relativa domanda di rimborso.
Per contatti: 06/89020610 – 392/0529258.