E’ entrata ufficialmente in funzione l’11 giugno, la nuova stazione TAV Napoli-Afragola, apparsa all’improvviso fra Acerra, Afragola e Caivano, nel deserto praticamente, con i suoi 36 treni. Solo 4 binari, ma destinati a treni che viaggiano fino a 400 km/h e un design futuristico uscito dalla mano di Zeha Hadid, architetta irachena considerata dal TIME tra le personalità più influenti al mondo, recentemente scomparsa nel marzo 2016. Il progetto era partito nel 2003, ma i lavori sono stati completati negli ultimi due anni (quasi niente era stato realizzato prima di allora) raggiungendo un costo di sessanta milioni di euro. La stazione sarà un snodo centrale di ingresso e di uscita per i treni Alta Velocità di tutta Italia e si presenterà come un’alternativa a Napoli Centrale – Piazza Garibaldi.
Il 6 giugno si è tenuta la prima inaugurazione, con vari ospiti, tra cui Gentiloni, e molto clamore. I treni veri e propri hanno iniziato a fermarsi e partire dalla stazione di Afragola l’11 Giugno, e da allora siamo andati a dare un’occhiata più di una volta. Anche se su qualche giornale si parla di migliaia di persone in pellegrinaggio nei giorni successivi all’inaugurazione (notare come le informazioni vengano modificate quando si tratti di far propaganda) e anche qualche dipendente si lamenti ogni tanto dell’afflusso, la stazione ci appare mistica e desolata fin nel suo primo giorno di funzionamento. Ci sono le persone: qualche sognatore, qualche curioso, e anche qualcuno che deve prendere il treno, pochissimi e fortunati, con una stazione nuova di zecca solo per loro.
Osservando il tutto al di sopra delle scale mobili, viene voglia di salire sul primo treno in arrivo, ovunque vada, anche a Reggio Calabria. La nuova stazione è semplice, essenziale, un ponte sinuoso che attraversa i binari, che sono solo quattro. Ripeto e confermo, solo 4. Ma si puo’ prendere il treno solo su 2: sull’1 e sul 4. Uno sale a nord, l’altro scende a sud, Milano, Torino, Reggio Calabria, Catania. Non c’è possibilità di errore. I binari centrali sono dedicati ai treni dell’alta velocità che non effettuano fermate. Come schegge, non facciamo in tempo a vederli passare se non siamo già affacciati alla grande balconata sui binari. E’ solo un grande rumore che passa e che non aspetta nessuno.
Efficiente anche la sicurezza: nessuno può scendere al binario se non i possessori del biglietto. Per quanto riguarda la viabilità, la segnaletica per la nuova stazione di Afragola non è ancora perfetta. Nessun problema uscendo dall’autostrada, ma volendo raggiungere la TAV in modi alternativi, ad esempio uscendo ad Acerradalla Nola-Villa Literno, ci ritroviamo in una Gran Bel Nulla. Siamo in piena terra dei fuochi, con strade fra i campi al sole, con coltivazioni di vario tipo. E poi, la TAV Napoli-Afragola, come un monolite kubrickiano, come una cattedrale nel deserto, una base spaziale su un pianeta colonizzato venuto dall’immaginazione di qualche regista, si staglia in mezzo ai campi al sole. In linea d’aria, dista solo 4 chilometri dall’Ipercoop di Afragola, uno dei primi centri commerciali della Campania e che a suo modo anch’esso era stato avveniristico, oramai sorpassato in confronto ai colossi che furono costruiti dopo (Vulcano Buono, Centro Campania), quindi la nuova TAV è facilmente raggiungibile anche da lì.
Ben protetta da cancellate tra i campi, una volta all’interno dà l’idea di trovarsi in un aeroporto anziché in una stazione ferroviaria. Almeno in un aeroporto. Potrebbe anche trattarsi di una stazione spaziale. Sembra di trovarsi nel futuro, un futuro che tarda ad arrivare, improvvisamente manifestatosi nel giugno 2017. La stazione ospiterà numerosi negozi, ma al momento è operativo solo un bar, della linea Chef Express, giusto per non lasciare le persone senza caffè, e che è risultato dopo pochi giorni ai controlli pure senza licenza.
All’ingresso, sulla destra, vi è “Architecture Motion” una parte mostra-museo dedicata alle opere di Zaha Hadid, l’architetta irachena che ha progettato la stazione Napoli-Afragola, e se non vi sono proroghe tale spazio espositivo rimarrà allestito fino all’11 Luglio. Le opere di Zeha si trovano disseminate in tutto il mondo, alcune ancora in via di completamento. Pechino, Arabia Saudita. E poi Afragola. Viste dall’alto, sono tutte di un impatto visivo straordinario. Come un serpente bianco che attraversa i binari, la stazione di Afragola è qualcosa di assurdamente suggestivo.
Abbiamo un’altra opera di Zaha Hadid qui in Campania: la Stazione Marittima di Salerno, che oltre ad essere “scenica” è anche funzionale, e permette di distribuire le persone che scendono e salgono sui traghetti in modo preciso e ordinato.
Ma le opere più vistose di Zaha sono sicuramente quelle a Beijing, Cina (in costruzione, il Beijing New Airport Terminal Building) e in Arabia Saudita (a Riyadh, in progettazione, King Abdullah Financial Discrict Metro Station). Come al solito, l’Italia e la Campania si confermano come luoghi avveniristici, in mezzo a tanti problemi. Se vogliamo considerare quel che fu il Vulcano progettato da Renzo Piano, le stazioni della Linea 1 metropolitana e la loro arte moderna a Napoli (la linea che va da Piazza Dante a Piscinola, per intenderci, e che ora parte da Garibaldi) possiamo illuderci di essere abbastanza avanti, ma anche trovate commerciali molto appariscenti come N’ALBERO dopotutto ci fanno sentire un po’ all’avanguardia. Siamo ancora in attesa della stazione metropolitana di Monte Sant’Angelo progettata dall’architetto indiano Anish Kapoor e che sarà sicuramente un altro motivo di vanto per Napoli (anche se la sua forma ha fatto e continuerà a far discutere e lascia un po’ di dubbi). Siamo immersi in questi brodi di giuggiole mentre ben altro va allo sfascio.
Che dire: di questo passo, non ci resta che fare anche il Ponte sullo Stretto. Tanto oramai, se ad Afragola può esserci questo, tutto è possibile. Sia ben chiaro, non è per fare del disfattismo, ma c’è uno scollamento tra alcune cose che “vanno avanti” e molti altre che “vanno indietro”. Che poi, peccato che in questa stazione-diamante nel deserto non funzioni neanche il sistema di uscita del parcheggio, e rimaniamo bloccati fin troppo tempo per uscire insieme ad altre macchine con un funzionamento della cosa un po’ sospettosa e che infatti andava avanti in modo non ufficiale. Tra l’altro pare che anche l’aria condizionata nella stazione non fosse operativa e un po’ di altre cose non a norma, ma sciocchezze rispetto al bagliore del serpente-stazione bianco che si muove sinuoso nella piana della Campania Felix.
Benvenuti in questa desertica nuova realtà.
Altre opere di Zaha Hadid visitabili in Europa: Funivie Nordpark Railway Park e Trampolino di Bergisel a Innsbruck (2002), BMW Central a Lipsia (2005), Padiglione Music Video Gronigen (Olanda, 1990), London Aquatics Centre (Regno Unito, 2012), Museo della Scienza di Wolfsburg (2003), Stazione Marittima di Salerno (2016). Ma la lista potrebbe continuare per molto.
Valentina Guerriero