La notizia è di quelle davvero positive. L’impegno programmato per il completamento delle operazioni di bonifica di è stato rispettato, con il recupero e il ripristino dell’originaria configurazione dell’area, utilizzata a lungo come mega-discarica per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani indifferenziati, fronteggiando le frequenti fasi d’emergenza ambientale susseguitesi in Campania soprattutto nello scorcio del primo decennio del secolo. Uno dei tanti simboli di scempio e degrado dei territori generato dall’emergenza-rifiuti, come lo sono stati i siti di Balle–Pirucchi e Paenzano–1 e Paenzano–2, tanto per citare alcune località sfigurate e private della loro naturalità, per essere trasformate in quegli anni in mega-sversatoi, pr non dire dei siti di stoccaggio di eco- balle, i contenitori di quello che doveva essere il combustibile derivato dai rifiuti, ma realizzato in modo anomalo e inutilizzabile- per l’ennesimo scandaloso caso di spreco di denaro pubblico “commesso” da ignoti – e verosimilmente divenuto inerte; siti che dovevano essere provvisori e sono diventati permanenti, specie nell’area di Giugliano in Campania,
Un percorso, quello del recupero dell’area di Cava Ranieri, che ha fatto segnare il punto di svolta lo scorso anno, in coincidenza con la manifestazione, di cui furono protagoniste le Scuole e gli Istituti statali d’Istruzione superiore della città, con l’allestimento della rassegna ispirata dal tema:” La Storia ritrovata, Cava Ranieri da sito di stoccaggio a sito archeologico” . Una manifestazione nel corso della quale la Sogesid, la società specializzata in house del Ministero dell’Ambiente ed affidataria dell’incarico annunciò ufficialmente la realizzazione al 75% delle operazioni per attuare il programma di bonifica integrale della dismessa discarica; programma concluso con la rimozione di 21 milioni di tonnellate di rifiuti, la loro caratterizzazione, la canalizzazione del percolato. Una sequenza di interventi complessi ed impegnativi, eseguiti secondo i rigorosi protocolli previsti dalle normative per il ripristino funzionale dell’area. Nell’arco di un anno, il programma di bonifica integrale è stato completato. Un passaggio, a cui si connette una fase di particolare rilievo che va nella direzione della ri-naturalizzazione generale dell’intero contesto con la messa a dimora di alberi di lentisco e delle caratteristiche ginestre, che sono espressioni autoctone della flora vesuviana. Una scelta di testimonial ben appropriata e identificativa del territorio, connotando il Parco archeologico e naturalistico che si viene delineando; Parco, nel quale si collocano i reperti e soprattutto le tre Ville rustiche d’età romana rinvenute nell’area della Cava bonificata, destinato ad assolvere un importante funzione di attrattiva turistica.
Si rigenera e riqualifica al meglio il sito, nel segno della continuità amministrativa per l’iter iniziato nel 2008, allorché il sindaco Nino De Falco si rese artefice dell’attivazione del progetto di risanamento e bonifica di Cava Ranieri, nel segno dell’accordo di programma sottoscritto dal Ministero dell’ambiente e dalla Regione-Campania ed integrato l’anno successivo per le compensazioni ambientali, e che si conclude con la messa a dimora dei lentischi e delle ginestre, con il sindaco Francesco Ranieri alla guida dell’amministrazione comunale, con l’obiettivo di valorizzare in pieno l’intera area con l’attuazione del Parco archeologico naturalistico, di cui sussistono tutte le condizioni praticabili. Non più idea e auspicio, soltanto.