Nel 2017, rispetto all’anno precedente, le aziende agricole che svolgono attività agrituristiche sono cresciute del 3,3% raggiungendo quota 23.400. Quello registrato nel 2017 è il terzo maggiore incremento del decennio 2008-2017, superiore di sei decimi di punto percentuale rispetto alla media annua del periodo (+2,7%). Incrementi superiori si sono registrati nel 2010 (+5%) e nel 2014 (+4,1%).
L’aumento delle aziende agrituristiche attive registrato nel 2017 è conseguente alla differenza fra 2.121 nuove aziende autorizzate e 1.376 aziende che hanno cessato l’attività (tabella 2). In sostanza, per 100 nuove aziende autorizzate, 65 aziende hanno cessato l’attività. Negli ultimi cinque anni il rapporto fra aziende cessate e nuove aziende autorizzate è stato sempre molto alto, toccando il massimo (75%) nel 2013. Non esistono indagini su questo altissimo tasso di abbandoni dell’attività agrituristica; è presumibile che debba attribuirsi, oltre che ad una fisiologica quota di insuccessi stimabile non superiore al 20%, al mutamento di destinazione (uso privato, affitto di lungo periodo, ecc.) di edifici rurali ristrutturati con i contributi pubblici per l’agriturismo una volta terminato il periodo di vincolo di destinazione (generalmente dieci anni). Al risultato positivo del 2017 ha contribuito il netto incremento delle nuove aziende autorizzate (+66% rispetto al 2016) dopo tre anni consecutivi di flessione (dalle 1.697 del 2013, si è scesi alle 1.275 del 2016). Sono state tuttavia, nel 2017, in sensibile crescita anche le aziende che hanno cessato l’attività (+61%) segnando il numero più alto (1.376) dell’ultimo quinquennio.