Tradizioni, territori e culti religiosi. Chianche, in terra irpina, e Nola, i profondi legami nel segno di San Felice Presbitero

Tradizioni, territori e culti religiosi. Chianche, in terra irpina, e Nola, i profondi legami nel segno di San Felice Presbitero

Reportage di Antonio Fusco

Chianche, che da secoli ha eletto suo patrono S. Felice di Nola Presbitero, è inserita nell’Arcidiocesi di Benevento, pur essendo in provincia di Avellino. L’aggregato urbano, già esistente in epoca longobarda, è citato nel 1138, quando Ruggero II il Normanno partì dalla rocca di Chianche per dirigersi verso Avellino a scontrarsi in battaglia con le milizie del Conte Rainulfo. In seguito divenne un feudo appartenuto fino al secolo XIX a nobili famiglie che si susseguirono nel corso dei secoli.

Tradizioni, territori e culti religiosi. Chianche, in terra irpina, e Nola, i profondi legami nel segno di San Felice Presbitero
Esterno della chiesa

Nel Medioevo il paese si chiamava Planca e Planche e secondo la tesi più accreditata degli storici chianchesi deriva dalla parola plancae, [1] pronunciata dai Romani “planche”, [2] nome dato alle pietre adoperate nella pavimentazione delle strade, ricavate   da una cava ancora esistente nella frazione Chianchetelle. E’ da rilevare che nell’evoluzione della lingua latina nei vernacoli della Campania e in genere del Meridione, è frequente la trasformazione del binomio consonantico PL nel trigramma CHI. A riguardo gli esempi sono molti; ne segnaliamo solo alcuni: plenus, pieno = chino, plus (più) = cchiù, platea (piazza) = chiazza. La stessa terminologia si riscontra in tutta Puglia. E così, ad Alberobello le lastre di copertura dei trulli sono dette chiancarelle, chiancole o chianche; la chianca leccese è una pietra calcarea piatta e squadrata da sempre utilizzata nella pavimentazione stradale e nelle coperture praticabili degli edifici; una contrada del Comune di Roccaforzata, in provincia di Taranto, si chiama Chianche per le lastre leccesi che erano estratte nella zona.

La cittadina conserva un quartiere di origine medievale, il Castello, risalente al secolo XI e fortificato in seguito dai Normanni, la chiesa di San Felice Presbitero di Nola, la fontana dedicata al Duca di San Donato. Nelle immediate vicinanze è da segnalare il suggestivo Stretto di Barba, che si snoda lungo il corso del fiume Sabato.

A Chianche, chiamata “città del vino”, dal 1985 opera la Pro Loco impegnata a valorizzarne storia, arte, tradizioni, attività economiche e ricettività. Tra le molteplici iniziative promozionali sono da segnalare la Degustazione del Greco di Tufo a giugno e quella dei Cicatielli e del Greco di Tufo in estate.

I cicatielli sono una specie di gnocco di forma allungata e più incavata; in Molise sono chiamati cavatelli La Pro Loco ha partecipato dal 2000 al 2006 al Palio di Cimitile rievocando la figura storica di Ruggero II il Normanno.

 

La Chiesa parrocchiale di San Felice di Nola Presbitero

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Statua di S. Felice Presbitero

La Chiesa di San Felice di Nola, affiancata a destra dal campanile, si innalza nella piazza dedicata al Cardinale Ascanio Filomarino, (Chianche 1584 – Napoli 1666).  Alcuni blocchi marmorei di riutilizzo più antichi e visibili all’esterno nei muri perimetrali, hanno fatto pensare che abbia sostituito una cappella risalente all’epoca medievale, probabilmente resa inagibile per un terremoto. La sua costruzione con pianta a croce latina in stile barocco iniziò nella seconda metà del 1600 e fu consacrata il 13 ottobre 1694 dal Vescovo Vincenzo Maria Orsini, eletto poi papa nel 1724 col nome di Benedetto XIII. Il prospetto si compone di una scalea che porta in un vestibolo arcuato che si apre al centro di un avancorpo coronato da una modanatura sagomata e sorretta da quattro lesene ioniche, due per lato. In posizione arretrata si innalza la parte superiore della facciata con tetto a capanna, e altre quattro lesene che fanno ala all’oculo centrale. Alle pareti laterali esterne sono addossati dei barbacani allo scopo di salvaguardarne le strutture architettoniche dai fenomeni sismici. Nella controfacciata è murata una lapide memoriale a ricordo del Vescovo Vincenzo Maria Orsini e sopra la porta di ingresso è collocata la cantoria con l’organo del ‘700. Nelle due pareti della navata sono inserite tre arcate a tutto sesto separate da lesene ioniche e sottolineate da contorni e motivi decorativi di stucco; nelle due centrali figurano altari in marmi policromi consacrati nel 1706 dal menzionato Vescovo Orsini.   Sempre nella navata, davanti al primo arco a destra appena si entra, si trova il fonte battesimale di marmo bianco protetto da una ringhiera di ferro battuto. La crociera è coperta da una bassa cupola affrescata, sorretta da quattro pennacchi anch’essi con affreschi. L’area absidale, comprendente anche il presbiterio, ha una pianta rettangolare, detta a scarsella, coperta da una volta a botte ribassata, che si ripete nell’aula e nel transetto. La lineare parete di fondo accoglie l’altare settecentesco in marmi policromi, sormontato dal quadro secentesco della Madonna col BambinoCausa Nostrae Laetitiae”, inserito in un’elaborata edicola. Degna di interesse è la dotazione artistica comprendente: gli affreschi dei pennacchi (i quattro Evangelisti) e della cupola (Agnello, colombe, calici, ostensori), nonché quello sopra il fonte battesimale (S. Giacomo che riceve il battesimo da Gesù), i quadri del ‘600 e ‘700 (S. Antonio, S. Domenico, S. Caterina, Immacolata Concezione), le statue della Madonna del Rosario e di San Felice Presbitero. La chiesa custodisce una reliquia ossea del Santo di Nola inserita in un prezioso reliquiario dorato.

La Festa del Santo Patrono 

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Processione

Come da calendario, la comunità di Chianche festeggia San Felice di Nola Presbitero il 14 gennaio. Di solito dall’11 al 13 si tiene un triduo di preparazione e il giorno 14 alle ore 11 si celebra una messa solenne con il rito della benedizione delle panelle, seguito dal bacio della reliquia. Di pomeriggio si svolge la processione con la statua del Santo fiancheggiata da militari e accompagnata dalla banda musicale. Al corteo, processionale, che fa registrare un grande concorso di fedeli, partecipano il parroco, il Vescovo di Benevento o un suo Vicario, autorità civili. Per l’occasione sul prospetto della chiesa sono istallate delle luminarie e di sera, alla fine della processione, la festa si conclude con i fuochi pirotecnici. Ringrazio per la disponibile cortesia la Pro Loco di Chianche nella persona del dott. Luigi Cecere.

                                                                                                 

[1]Un’ipotesi, non sempre condivisa, suggerisce che il toponimo potrebbe essere collegato al romano Munazio Planco che nella zona beneventana realizzò la lottizzazione di proprietà agricole in favore dei veterani (centuriazione)

[2] Gli esperti della lingua latina classica, cosiddetta “restituta”, vale a dire non scolastica ed ecclesiastica, concordano che i Romani davano alla lettera C un suono velare (K) davanti ad A e O e alle consonanti: ad esempio, il nome Caesar (Cesare) era pronunciato Kaesar, da cui Kàiser (in tedesco) e kzar (in russo).

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Reliquiario