“Come mai sul pozzo Gesualdo UNO è calato un silenzio assordante?”. E’ la domanda che si pone il portavoce del Movimento 5 Stelle Carlo Sibilia, il quale ha interrogato sulla questione i Ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente. “Nello scorso ottobre – afferma Sibilia – ho presentato un’interrogazione in cui sottolineavo l’imminente scadenza del termine di sospensione del permesso di ricerca Nusco stabilito il 4 aprile 2015, per un massimo di 18 mesi, al fine di consentire al Ministero dell’Ambiente di pronunciarsi sulla valutazione di compatibilità ambientale relativa alla perforazione del pozzo Gesualdo UNO previsto a ridosso del centro abitato di Gesualdo. Nello stesso atto evidenziavo l’esistenza di un altro fattore di rischio, oltre a quello ambientale, di questa ricerca petrolifera e cioè la realizzazione, nella stessa area, di un tunnel di collegamento relativo al progetto di costruzione della superstrada Lioni-Grottaminarda, per il quale l’ultimo decreto Mille proroghe ha prolungato la gestione commissariale”. “Ebbene, sono passati quasi tre mesi dalla scadenza del termine di sospensione e ad oggi non risulta alcuna notizia ufficiale contenente un aggiornamento sul permesso di ricerca Nusco. Logica vuole che, non essendosi il Ministero dell’Ambiente pronunciato sulla valutazione di compatibilità ambientale relativa al pozzo Gesualdo UNO, se ne possa dedurre la decadenza del progetto di ricerca. Per questo ho ritenuto di interrogare i Ministri, chiedendo loro quale siano da ora in poi le priorità energetiche da fonti rinnovabili, che sostituiscono quelle relative al permesso di ricerca Nusco da fonte fossile, di fatto ormai non più operativo. Il Movimento 5 Stelle è da sempre contrario ad una politica energetica incentrata sulla risorsa petrolio con le conseguenti attività di estrazione che comportano problematiche fortemente impattanti per l’ambiente. Infatti, uno dei nostri punti programmatici nazionali è puntare sulle forme alternative, pulite ed ecocompatibili, di energia. Il nostro auspicio è che I’Irpinia esca definitivamente dall’agenda delle trivellazioni”, conclude Sibilia.