L’impianto che nessuno voleva, almeno i cittadini, si guasta e la zona orientale di Napoli va in emergenza. Un prezzo che il territorio del Nolano e della Bassa Irpinia hanno già pagato in passato con montagne di rifiuti nelle strade con cittadini, sindaci e parroci in rivolta con presidi e blocchi stradali. Una protesta rivelatasi vana anche perchè il nostro era un territorio deboli politicamente e con il fronte dei sindaci, che si divise, e accettò il fatidico protocollo d’intesa che il Commissariato per l’emergenza, allora presieduto da Antonio Bassolino promise la bonifica delle due discariche di PAENZANO e la bretella autostradale con il nuovo casello della Napoli-Bari a Tufino. Alla fine ci siamo ritrovati solo la bretella e il casello ma di bonifica il risultato è: non pervenuto. Lo Stir ovviamente è stato realizzato per risolvere le emergenze di Napoli e non solo. Ora l’impianto di tritovagliatura si è bloccato con problemi anche all’inceneritore di Acerra è il capoluogo Campano va in emergenza. Il sindaco De Magiistris, che ha ancora il problema dissesto, minimizza ma le opposizioni attaccano. Alcuni filmati pubblicati sul web mostrano quartieri e strade periferiche pieni di rifiuti. È il caso di dirlo; adesso tocca a loro? Ma chi combatteva per liberare il territorio nolano e basso IRPINO dall’emergenza guarda quello che succede a Ponticelli, Scampia, San Giovanni a Teduccio, Miano e non solo. Allora anche la Chiesa fece la sua parte con i propri parroci e l’allora vescovo di Nola, Padre Beniamino Depalma, schierato con i cittadini e comitati. In particolare gli appelli del vescovo di Nola furono un vero anatema contro i poteri forti che poi la spuntarono con le promesse della bonifica e della bretella, è anche posti lavoro negli impianti. Qualcuno disse: “Hanno svenduto la nostra salute in cambio di posti nella munnezza”, un accusa rivolta dai comitati ai sindaci di allora – TUFINO, VISCIANO, Comiziano – che accettarono il protocollo d’intesa. Qualcuno dice ora, lo STIR ci sta e dobbiamo gestirlo affinché crei il meno possibile impatti ambientale. Ma nello STIR di TUFINO, come quello di Caivano e Giugliano entra di tutto. Infatti in alcune ore della giornata e di notte l’aria diventa irrespirabile. Quindi questa volta è Napoli a fare l’incudine mentre TUFINO diventa martello. Nicola Valeri