“Turismo e Mezzogiorno, le potenzialità inespresse delle aree interne”. È questo il tema comune di una serie di colloqui che il candidato del Centrodestra al Senato nel collegio uninominale Campania 3, Giuseppe Galati, ha tenuto dalla tarda mattinata al primo pomeriggio di oggi con alcuni operatori del settore turistico ed enogastronomico della zona. Come sempre, l’onorevole ha prima ascoltato quanto avevano da dire i suoi interlocutori, raccogliendo le loro istanze e le loro problematiche ma anche alcuni suggerimenti. Poi, una volta registrate esigenze e necessità, e con la promessa di organizzare presto una grande convention dedicata, Galati ha espresso la sua posizione sull’argomento. Una tematica che considera un tassello fondamentale per implementare quello sviluppo possibile del Sud, che lo vede impegnato da anni in prima fila a combattere una battaglia a favore delle piccole e medie imprese presenti sul territorio.
Diversi, sono stati gli spunti di riflessione condivisi nel corso degli incontri tenuti singolarmente con gli operatori. Da questi, sintetizzandone i contenuti, viene fuori una proposta organica tesa a risollevare l’intero comparto. “Nelle nostre aree interne del Meridione – spiega Galati – abbiamo un’enorme ricchezza ma non ce ne rendiamo conto e, quindi, non la riusciamo a sfruttare. Invece, è importante ripartire proprio dalle risorse disponibili sul territorio e farle conoscere al resto dell’Italia e del mondo. La prima cosa da fare è promuovere i nostri borghi, i castelli, i palazzi nobiliari e i monumenti antichi, tutte le nostre bellezze culturali, artistiche e architettoniche che fanno parte di un patrimonio invidiabile. Insieme ad un’opera di marketing che valorizzi le nostre risorse ambientali e paesaggistiche: montagne, boschi, fiumi, piccoli bacini idrici naturali. Qui, tra Irpinia e Sannio c’è davvero tanto da vedere, basta solo saperlo”.
Una volta tratteggiato il contesto, l’esponente del Centrodestra lo arricchisce con quegli elementi che lo rendono unico e indica la strategia per farlo diventare appetibile a qualsiasi turista. “In questo quadro – continua Galati – vanno innescate una serie di azioni sistematiche a tutela della natura e dei prodotti tipici di questa terra. Ma anche a difesa della sua storia. Inoltre, è necessario creare servizi e infrastrutture per accogliere al meglio chi viene da fuori e non può essere costretto a spostarsi da un posto all’altro su strade sconnesse o pernottare in zone senza una copertura internet wi-fi. Fatto questo, bisogna formare e qualificare gli operatori e gli addetti alla ricettività, alla ristorazione, alle escursioni e via dicendo. Bene la collaborazione tra enti locali e privati ma il tutto deve passare anche per una regia centrale capace di connettere le mete più famose ai luoghi ancora poco conosciuti. Si creerebbero, così, degli ideali assi di collegamento capaci di dare a un turista che viene in Italia una serie di opzioni in più”.
Un percorso da seguire è quello del modello francese. “Il turista che va in Francia – riprende l’onorevole – si ferma in media per 15 giorni, perché dopo una settimana trascorsa a Parigi continua il suo tour visitando le zone interne e le strade del vino, entrambe molto pubblicizzate. In Italia, il paese più ricco al mondo di siti Unesco, invece, la permanenza media è di una settimana, perché dopo Roma, Firenze e Venezia il turista va via. Eppure abbiamo tanto da offrire tra percorsi agroalimentari ed enogastronomici, religiosi e sportivi. Due esempi su tutti: Irpinia e Sannio possono vantare 4 docg, i tre irpini Taurasi, Fiano e Greco di Tufo, e l’Aglianico del Taburno sannita, al quale si affiancano gli ottimi Falanghina e Solopaca; mentre sul fronte religioso da una parte troviamo Montevergine e Materdomini, e dall’altra Pietralcina. Altrove riescono a proporre con successo contesti molto meno validi e interessanti”.
Ma non è tutto. “Creare le condizioni per poter valorizzare davvero le grandi potenzialità di questo territorio – conclude Galati – significa creare posti di lavoro, in quanto non si tratterebbe più di un turismo stagionale di piccola entità ma di un flusso continuo tutto l’anno. A quel punto se alberghi, agriturismo, ristoranti hanno un buon numero di clienti e formano dei giovani va da sé che poi li assumeranno dando loro una stabilità occupazionale ed economica. Insomma, per avviare lo sviluppo di queste zone bisogna prima saperselo immaginare”.