L’incidente, avvenuto nel Mar Rosso in Egitto, ha riaperto il dibattito sulla pericolosità di questi pesci, ma la realtà è molto diversa: morire annegati in mare è 132 volte più probabile.
Un turista ceco è morto al largo del Mar Rosso i in seguito al tragico attacco di uno squalo, un evento estrenamente raro. L’incidente è avvenuto giovedì a 20 chilometri a nord di Marsa Alam (sud-est), una zona popolare per i subacquei e gli apneisti “dove sono presenti gli squali”, ha detto il generale Attef Wagdi, presidente del consiglio comunale.della città. I media locali avevano precedentemente riferito che i resti di un corpo erano stati trovati su una delle spiagge di Marsa Alam, senza fornire ulteriori dettagli. L’ambasciata ceca in Egitto e il ministero della salute egiziano stanno lavorando insieme “per la consegna del corpo”, ha detto Wagdi. Il Ministero dell’Ambiente ha anche istituito una commissione per determinare le cause e le circostanze dell’incidente, secondo la stessa fonte. Questo tipo di attacco è molto raro, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” gli squali nel Mar Rosso prendono molto raramente i nuotatori se non superano i limiti nelle zone consentite. Nel 2015, un turista tedesco è stato ucciso da uno squalo su una spiaggia egiziana nella stessa zona nel Mar Rosso. E nel 2010, una donna tedesca è stata uccisa e altri quattro turisti sono stati gravemente feriti durante gli attacchi di squali al largo di una spiaggia di Sharm el-Sheikh, la più famosa località balneare egiziana. L’episodio potrebbe ricordare a qualcuno il film “Lo Squalo”, continua Giovanni D’Agata, ma in realtà questi pesci di solito non attaccano l’uomo, anzi, cercano di evitarlo, e in mancanza di “provocazioni” è estremamente raro che attacchino. Gli squali non rappresentano una minaccia ed è essenziale cambiare la percezione e l’immagine che abbiamo di loro come simbolo di terrore. E, ancor più importante, ad aumentare i rischi è in buona parte il comportamento umano. “Mano a mano che in tutto il mondo cresce il numero di persone interessate a fare attività ricreative in mare dobbiamo aspettarci un conseguente aumento di incidenti”, spiega l’International Shark Attack File nel suo report del 2017. Al contrario sono gli squali a dover temere gli uomini. Nel 2017 i ricercatori hanno stimato che ogni anno nel mondo vengono uccisi 100 milioni di squali pari una percentuale della popolazione totale compresa tra il 6,4 e il 7,9%. Un tasso di mortalità che i biologi giudicano insostenibile.