“Una buona notizia che è arrivata nel giorno della grande manifestazione di Coldiretti a Napoli. Inserire il pomodoro San Marzano nei negoziati commerciali tra Europa e Stati Uniti è un passo avanti significativo”. Così Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e vicepresidente nazionale, commenta la risposta del sottosegretario Giuseppe Castiglione all’interrogazione in Commissione Agricoltura dell’onorevole Paolo Russo.
Russo ha chiesto di inserire la tutela del San Marzano nel TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership. “Il 21 marzo scorso – ha risposto Castiglione – la Commissione europea ha pubblicato sul proprio sito internet una lista di Indicazioni Geografiche italiane, per cercare di fornire alcune informazioni relativamente ai negoziati commerciali in corso con gli Stati Uniti. Si tratta di una lista che può essere ancora aggiornata consentendo l’inserimento di ulteriori prodotti commerciali sul mercato Usa. A tale proposito vorrei precisare che nell’ottica di un allargamento della lista, alla commissione Ue stiamo chiedendo l’inclusione anche della denominazione del pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino”.
“Ora l’Europa – prosegue Masiello – dovrà dare un segnale di coerenza. Se un prodotto come il San Marzano può essere tutelato sul mercato americano, a maggior ragione deve esserlo sul suolo europeo. Occorre impedire, come già avviene in Belgio e Spagna, che si produca un pomodoro che usa furbescamente una denominazione protetta da una Dop. L’inganno resta perché il consumatore non riesce a distinguere e crede di comprare un prodotto italiano e campano. E’ un vero e proprio furto di identità su cui i nostri agricoltori dovrebbero chiedere i diritti d’autore”.
“Ringraziamo l’onorevole Russo e il sottosegretario Castiglione – aggiunge Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania e Napoli – per quanto vorranno ancora fare per tutelare un prodotto simbolo della dieta mediterranea e del patrimonio agroalimentare campano. La vicenda dei falsi San Marzano ha assunto ormai un valore simbolico. Se chiunque in Europa o nel mondo può sentirsi in diritto di rubare un nome a un prodotto, significa consentire di depredare la storia di un territorio. Noi chiediamo solo che si racconti la verità. Saranno poi i consumatori a scegliere tra un pomodoro cresciuto al sole della Campania nel terreno ai piedi del Vesuvio e un pomodoro venuto su in Belgio, in Spagna o in altre parti del mondo”.