Ieri si è tenuta l’ispezione nell’ospedale Santa Croce di Fano, disposta dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin per la morte di Carmen Zazzaro, la 24enne deceduta per complicanze durante un intervento di induzione del parto dopo che era stata diagnosticata la morte endouterina del feto, giunto alla 39/a settimana di gestazione. Una decina gli ispettori ministeriali, impegnati da oggi nel presidio fanese che fa parte dell’Azienda Ospedaliera Marche Nord, comprendente anche i poli pesaresi San Salvatore e Muraglia. Gli inviati del ministero hanno acquisito le cartelle cliniche e sentito le 12 persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Pesaro che procede per omicidio colposo, tra ginecologi, ostetriche e anestesisti, in pratica tutti coloro che hanno seguito il caso della giovane donna, residente a Mondavio, sposata a madre di un bambino di 4 anni, che si era presentata a Fano il 9 agosto per l’espletamento del parto. La morte del feto era stata scoperta durante gli accertamento di routine. Portata in sala travaglio per l’induzione al parto, procedura prevista dai protocolli internazionali, la 24enne aveva perso conoscenza e dopo 75 minuti di manovre rianimatorie era stata dichiarata morta. Ma gli ispettori stanno ascoltando anche altri medici, infermieri e addetti del reparto, oltre ai manager dell’azienda ospedaliera e del presidio di Fano con l’obiettivo di ricostruire, tra l’altro, le procedure e i protocolli seguiti in casi simili. Dovrebbero sentire anche il primario Claudio Cicoli, che non è indagato in quanto non ha seguito direttamente il caso. E’ stata conclusa in serata anche l’autopsia sul feto e sul corpo di Carmen Zazzaro. L’esame è stato condotto dal medico legale Mauro Pesaresi, affiancato da un ginecologo e da un anestesista: dovrà rispondere ad una serie di quesiti posti dalla Procura e dalle parti interessate. (F. Occhioallanotizia.it)
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