di Lucio Ianniciello
La conferenza pre gara di mister Braglia comincia ponendo l’attenzione su uno dei tre acquisti ufficializzati ieri, l’esterno Tito: “Non sono abituato a depistare. Se Salvatore (Di Somma) dice di aspettare va bene, lui magari voleva frenare. Sul giocatore nessun problema. Si sono anche cercati altri profili, sempre nel rispetto del direttore sportivo”. Le sensazioni del tecnico toscano: “Si sta cercando di lavorare per fare una gran partita. Gli allenamenti congiunti che abbiamo fatto sono scampagnate. Bisogna abituarsi alla gara. Se riteniamo di essere bravi le buschiamo. Per quanto riguarda i giocatori noi li possiamo indirizzare ma sono loro che scendono in campo. La squadra è in costruzione, rispetto a mercoledì entrerà della gente”.
Poi parla della società proprio relativamente alla politica di costruzione del team: “Sta facendo sacrifici, non è facile pagare in C i cartellini dove di solito si subentra negli stipendi. Il nuovo acquisto Silvestri è stato un sacrificio, ho ringraziato D’Agostino”. La falla del centrale difensivo, dopo l’infortunio di Laezza, è stata quindi colmata. Ieri, oltre a Tito, ufficializzati anche Santo D’Angelo e Nikolic. Una battuta sulla gara di Coppa Italia persa in Lombardia contro il Renate: “Non mi è piaciuto il primo tempo, non avevamo sostituzioni, ci interessa il campionato e dobbiamo rimboccarci le maniche”.
Un campionato difficile quello del girone C, Braglia introduce il discorso facendo riferimento ai tifosi: “Abbiamo capito cosa si aspettano, i loro obiettivi sono i nostri. Bari e Palermo sono grandi squadre, poi la solita sorpresa, del Monopoli non ci si ricorda ma da tre anni ha lo stesso allenatore, solita quadratura. Ci sarà da soffrire”. Domani al Partenio Lombardi, ore 17.30, l’avversario sarà la Turris neopromossa. Un derby da non sottovalutare affatto: “Giocano col 4-3-3 o 4-3-1-2. Dietro hanno gente d’esperienza come Di Nunzio e Rainone. L’allenatore che parla bene del sottoscritto mi preoccupa perché ha in mente come fregarmi. Ci dobbiamo preparare bene”. Ecco come la pensa sulle porte chiuse: “Ha poco senso. In uno stadio enorme come questo 1000-2000 persone possono entrare. Su queste norme molte persone ci giocano. Hanno permesso che la gente stesse ammassata nelle discoteche. Un paradosso come è stata gestita la vicenda, al di là del fatto che ora abbiamo meno contagi rispetto ad altri Paesi europei. Siamo stati bravi noi a rispettare le regole ma non si può continuare a non vivere o vivere solo d’estate”. Fa una confessione, senza mezzi termini: “Vengo da un esonero e mi girano ancora le scatole per come è venuto”. Ultime considerazioni su alcuni singoli e sullo sciopero scongiurato: “Maniero e Aloi stanno bene. Continuiamo a lavorare per i nostri obiettivi. Non è obbligatorio avere 24 elementi in lista. Lasciarne fuori 13-14 non è facile, oltre che poco intelligente”.