«Scusami mamma se non sono come avresti voluto, vado a raggiungere Marco», questo è la frase nel biglietto che Vincenzo ha lasciato prima di impiccarsi, accanto al suo corpo trovato dallo zio. Suo fratello, Marco, 19enne pizzaiolo incensurato di Caserta, fu ucciso in casa di alcuni amici di Vincenzo nel luglio scorso, a pochi isolati dalla casa in cui si è verificata la tragedia di questa mattina. Per l’omicidio del giovane pizzaiolo è in carcere Antonio Zampella, il migliore amico di Vincenzo ritrovato impiccato oggi.
L’assassino, reo confesso, dichiarò che il colpo era partito durante «un gioco», tesi alla quale la procura non ha mai creduto. Quel pomeriggio in casa di Zampella era presente anche Vincenzo Mongillo: la sua versione dei fatti e quella di Zampella risultarono sin da subito discordanti.
Vincenzo riferì di non essere stato presente al momento dello sparo. «Ero sceso a prendere le cartine, quando sono risalito mio fratello era morto e pieno di sangue». Zampella invece disse al pm che c’era anche lui, Vincenzo, quando «il colpo partì per errore, mentre stavamo scherzando».
A poco meno di quattro mesi dal delitto, ancora una tragedia si abbatte sulla famiglia Mongillo.
Il corpo di Vincenzo è stato ritrovato poco dopo le 13 nel bagno dell’appartamento materno, al primo piano di uno degli edifici popolari del Rione Vanvitelli. Sul posto i carabinieri della compagnia di Caserta, diretti dal capitano Andrea Cinus e dal tenente Fabrizio Borghini.
Secondo quanto emerso, per l’impiccagione è stato utilizzato un guinzaglio. Dopo la visita del medico legale, il corpo è stato trasferito all’obitorio dell’ospedale di Caserta in attesa delle disposizioni della procura di Santa Maria Capua Vetere.