A cura di Pasquale Ercolino
Stamattina ci siamo recati al mercato di Nola per raccogliere informazioni sulla nuova campagna 2017. Quello che abbiamo capito è che è in atto una vera battaglia politica tra l’italiana Ferrero ed il governo Turco e che solo tra una decina di giorni si chiarirà meglio chi avrà avuto partita vinta e quindi quale sarà il prezzo di partenza della campagna 2017.
Tutti gli intermediari concordavano sul fatto che in Campania si stima un raccolto tra il 40 e il 50% rispetto a quello dello scorso anno, ma ci è sembrato di capire che a nessuno interessasse questo dato: la vera partita si gioca a 2.000 km dall’Italia e tutte le attenzioni erano sintonizzate sulla piazza di Ankara: ecco spiegato il motivo.
Per comprendere la situazione attuale dobbiamo tornare indietro di qualche mese e precisamente a quando il ministero dell’agricoltura Turco aveva dichiarato di voler pubblicare le previsioni di raccolto 2017 entro il mese di luglio, cosa però puntualmente disattesa. Come mai il ministro dell’agricoltura Turco ha disatteso questo appuntamento quando, se ricordate, lo scorso anno aveva dichiarato con la massima enfasi il dato di 468mila tonnellate? Il ministro dell’agricoltura, o meglio il governo Turco, ha ritenuto utile evitare alcuna dichiarazione ufficiale sul raccolto 2017 perché avrebbe dovuto dichiarare un raccolto 2017 stimato in 700mila tonnellate con la conseguente precipitazione dei prezzi.
La conseguenza di questo annuncio avrebbe sicuramente provocato l’insurrezione di tutti i gli agricoltori che avrebbero poi fatto pressione affinché il governo intervenisse per fissare un prezzo politico. Sappiamo però che le attuali condizioni economiche e soprattutto finanziarie Turche non sono tali da permetterle di acquistare, tramite la TMO, un ingente quantitativo di nocciole in modo da riportare il rapporto domanda e offerta verso prezzi più vicini alle aspettative degli agricoltori.
Al governo Turco quindi non è rimasto che cercare di comprare tempo in attesa che si consolidassero alcuni segnali positivi partiti lo scorso mese: una stima troppo ottimistica rispetto ai primi dati di raccolto, una domanda mondiale continuamente in crescita, il consolidamento di alcuni segnali di miglioramento nell’economia interna: ecco quindi spiegato il silenzio utilitaristico del ministro dell’agricoltura Turco.
Venendo invece all’italiana Ferrero, quest’ultima, un po’ costretta, un po’ per convenienza, è rimasta alla finestra in attesa di capire se alle dichiarazioni ufficiali del governo Turco di acquistare nocciole ad un prezzo prefissato seguissero realmente fatti concreti anche in virtù del fatto che analoghi proclami erano stati già fatti, dal governo Turco, tre mesi fa senza però che questi avessero inciso, al rialzo, sulla normale dinamica dei prezzi.
Quando quindi ne sapremo di più?
Se e quando il governo Turco deciderà di acquistare nocciole al prezzo dichiarato ovvero intorno alle 25 lire Turche al chilo che tradotte in euro corrispondono ad un prezzo tra i 6,5 e i 7 euro al chilo (si arriva a questo valore considerando che una lira Turca viene scambiata a 24 centesimi di euro, a cui bisogna poi aggiungere le tasse di importazione, i costi di trasporto, il pagamento anticipato della merce e l’arrivo del prodotto ad un mese dalla data di pagamento).
Nei prossimi giorni vi terremo aggiornati sull’evoluzione di questa “guerra dei prezzi” e probabilmente come spesso accade nelle negoziazioni, vincerà chi potrà permettersi di non fare la prima mossa.