Le Amministrazioni dovrebbero avere come Loro compito prioritario, quello di osservare e monitorare bisogni e le esigenze delle fasce più deboli dei cittadini e, tra queste, le persone diversamente abili.
L’attenzione di tutti dovrebbe essere posta sulla creazione di condizioni e servizi, che possono servire al miglioramento delle autonomie personali di coloro che non sono autosufficienti.
Si dovrebbe partire da “UNA SERIA POLITICA” di abbattimento delle barriere architettoniche, per il quale tema è finito il tempo dei convegni e delle dissertazioni, è arrivato il tempo delle azioni e dei progetti.
Ma il rinforzo delle autonomie personali dei disabili nasce fin dall’interno del nucleo familiare di appartenenza, che deve essere sostenuto con “UNA ADEGUATA POLITICA” di supporto e assistenza domiciliare, di accompagnamento all’istruzione, di sostegno all’informazione, alla vita sociale, alle attività sportive e così via.
Un aspetto particolare riveste l’ideazione di percorsi agevolati per l’inserimento al lavoro.
Secondo chi scrive, non è sufficiente quanto previsto nelle competenze dei centri territoriali all’impiego, ma andrebbe costituita nei territori comunali una rete sinergica di cooperative e fondazioni, le quali abbiano come connotato fondamentale la condivisione di “Normodotati e Disabili”, prodromo essenziale per una vera e concreta inclusione.
L’attuale momento di clima elettorale (anche qualche comune campano), sia il campo aperto in cui tutto questo venga confrontato e discusso, senza cadere nella tentazione che “Tutto sia fine a sé stesso”: I DISABILI DI CIO’ NON HANNO PROPRIO BISOGNO!
Delegato alla disabilità
Vincenzo Serpico