Era stato sorpreso dalla polizia nel luglio scorso mentre partecipava a un coca party a casa di amici a Milano e arrestato: oggi per don Stefano Maria Cavalletti, parroco di Carciano, una piccola frazione di Stresa, in provincia di Verbania, da mesi ai domiciliari, è arrivata la condanna del gup milanese Luigi Gargiulo, a ben quattro anni di reclusione, una pena durissima soprattutto se si considera che il processo si è svolto con rito abbreviato, prevedendo dunque un terzo di sconto della pena.
Accolte così le richieste del pm Cristiana Roveda, che aveva proposto la condanna a quattro anni e due mesi di reclusione e ha escluso l’aggravante di aver ceduto droga in cambio di prestazioni sessuali. Entro trenta giorni verranno depositate le motivazioni della sentenza. Al momento del clamoroso blitz, il sacerdote, vistosi alle strette, aveva provato a sbarazzarsi sia della cocaina che del proprio passaporto, pensando così di farla franca.
A chiamare le forze dell’ordine, fu un vicino di casa, preoccupato dalle urla che arrivavano dal vicino appartamento. Nel settembre del 2013 il sacerdote era già stato condannato in primo grado per una truffa da 22mila euro, estorti dal conto corrente personale di un’anziana signora, e secondo la ricostruzione fatta nel processo avrebbe iniziato ad assumere cocaina perché in depressione a causa dei guai con la giustizia.