Una maestra ha denunciato che per insegnare nella scuola elementare della Congregazione delle suore collegine della Sacra Famiglia di via Evangelista di Blasi a Palermo ha dovuto accettare stipendi da fame ma, allo stesso tempo, firmare buste paga di importi quattro volte superiori. La maestra, insomma, dichiarava di ricevere 1200 euro ma nelle sue tasche finivano solo 300 euro. Questo sarebbe stato il compromesso per lavorare, se l’insegnante non voleva accettarlo era libera di licenziarsi. Per quasi dieci anni, secondo quanto denunciato dalla maestra, avrebbe lavorato per guadagnare 300 euro al mese: “Ho accettato perché non avevo scelta e dovevo maturare il punteggio per poter insegnare nella scuola pubblica”, ha detto l’insegnante che poi, nel 2010, è stata licenziata senza preavviso per la riduzione delle iscrizioni di alunni.
All’indomani del licenziamento è stato dimezzato, secondo la denuncia della maestra, anche il compenso del trattamento di fine rapporto. Delle tre religiose di Palermo una – la direttrice del collegio che avrebbe avuto il colloquio con la maestra che ha presentato denuncia – è già sotto processo. Le altre due suore, la madre superiora e la sorella che si occupa della parte amministrativa del collegio, rischiano invece il processo. La maestra che ha denunciato la vicenda si è costituita parte civile.