Se per la maggior parte degli uomini la spiritualità è una questione di chiesa e fedele, beh, il concetto potrebbe non essere ancora chiaro. La spiritualità è il rapporto intimo col di vino diceva Kierkegaard.
Il singolo è viso a viso con l’ente che governa l’universo, ma è necessario che il divino sia antropomorfo?
No, l’uomo, non tutti, ha la possibilità di connettersi col creatore attraverso la propria visione, la propria interpretazione . Ricordando Spinoza, il filosofo olandese, o Giordano Bruno, sostenitori della idea che la divinità è pensabile come il tutto che si manifesta, sia acqua, pietra, albero, eccetera, allora la connessione uomo natura è senza dubbio quel dialogo che avviene tra uomo e tutte le parti del Sé trascendente.
Sarà Bonfanti, classe 1982, un po’ prima del complimento del 40esimo anno di vita ha deciso di regalarsi una sessione di spiritualità, non ci sono aule, poltrone, relatore, pubblico, ma un rapporto continuo tra il suo spirito e madre Natura.
Il 17 maggio da Muggia provincia di Trieste ha iniziato il cammino tra i sentieri dell’Italia . Sì , una bella passeggiata che dura da 4 mesi, in questi giorni ha esplorato l’ Irpinia arrivando fino a piedi del Vesuvio precisamente a Terzigno, è spontaneo chiedere in che modo sostiene questo percorso, e lei risponde con assoluta chiarezza che sta imparando a non programmare a lasciare esprimere la vita con le infinite possibilità, infiniti incontri, un sacrificio che viene ripagato dall’amore, dalla abbondanza e dalla gratitudine di cui il tutto è impregnato . Ma come ha organizzato questo viaggio, dov’è si ripara , come si alimenta? “ Un pezzo di pane si trova ci sono sempre anime che aprono le porte di casa e danno un letto e quello che è necessario per sostenere il fisico e continuare il percorso”.
Questo viaggio è una ulteriore conferma che il mondo è di tutti, se tutti avessimo la volontà di collaborare, non avremmo di che lamentarci, non avremmo necessità di chiedere, ma tutto sarebbe donato e ricevuto con spontaneità .
Il 24 settembre dopo l’arrivo a Montevergine si è incamminata verso le zone Vesuviane, prima esperienza vulcanica che gli darà la possibilità di vivere sul suolo basico, tipico delle zone ove sorge appunto un vulcano . Questo percorso è la scoperta di parti ancestrali i che l’uomo contemporaneo ha conservato nel ripostiglio dell’ oblio, per dare spazio allo spirito famelico del consumismo. Sara stessa ci rivela la sensazione che dentro al suo animo sta avvenendo un forte cambiamento, senza dubbio la musica della natura la accompagnerà anche quando rientrerà nel quotidiano.