Lo dimostrerebbe un nuovo studio condotto su 29 “super anziani” di età compresa tra i 90 e i 101 anni residenti in nove comuni del Cilento. Tra gli ingredienti della longevità ottimismo, religiosità e attaccamento alla famiglia
Alla base dell’elisir di lunga vita non ci sarebbero solo fattori genetici, ma anche caratteriali, tra i quali l’ottimismo, la religiosità, l’attaccamento alla propria terra e alla propria famiglia. A sostenerlo è un nuovo studio condotto dall’Università Sapienza di Roma in collaborazione con l’Università della California a San Diego e pubblicata sulla rivista “International Psychogeriatrics”. Questi ingredienti consentirebbero, secondo i ricercatori, di mantenere un benessere mentale superiore alla media nonostante gli acciacchi e le malattie legate all’età.
I “super anziani” del Cilento
I ricercatori hanno preso in esame 29 grandi anziani, di età compresa tra i 90 e i 101 anni, residenti in nove comuni del Cilento in Campania. Ciascuno dei partecipanti allo studio è stato intervistato allo scopo di ottenere un quadro dettagliato, oltre che sulle condizioni psico-fisiche, soprattutto su aspetti soggettivi della propria vita come il proprio mondo interiore fatto di ricordi, religiosità ed esperienze personali. La ricerca è stata successivamente estesa anche ai familiari più giovani per valutare anche la loro salute mentale e fisica e conoscere la loro impressione sulla personalità e il carattere dei parenti più anziani.
Benessere mentale superiore ai giovani
Dai risultati delle interviste è emerso che al di là dei fattori genetici, degli acciacchi e delle malattie legate all’età, la ricetta per vivere a lungo mantenendo un cervello sempre giovane starebbe in una combinazione di ottimismo, una buona dose di religiosità, un forte attaccamento alla propria terra e alla famiglia, etica del lavoro quanto basta, e un pizzico di testardaggine. I nonni del Cilento avrebbero un benessere mentale superiore a quello dei figli di età compresa tra i 51 e 75 anni. Questo si spiegherebbe per una ragione precisa: “Ciò che accomuna questi anziani – spiega la prima autrice dello studio, Anna Scelzo, dell’Asl 4 Chiavarese – è l’amore per la loro terra, in cui trovano un motivo per continuare a vivere”. La maggior parte di questi “super anziani” continua a lavorare a casa o nei campi dimostrando di non volersi arrendere ai limiti fisiologici dell’età. C’è, inoltre, un altro aspetto curioso del loro carattere, secondo i ricercatori. “Abbiamo scoperto – continua la Scelzo – che tendono ad essere dominanti, testardi, e hanno bisogno di avere un senso di controllo”. Questa tendenza a controllare l’ambiente che li circonda evidenzierebbe una certa determinazione che sarebbe bilanciata dalla necessità di adattarsi ai cambiamenti.