Dal parente più stretto, al parroco del paese vicino, così alcuni paesi siciliani sono in subbuglio a causa di dosi di vaccino somministrate “in corsia preferenziale “.
Tra i “privilegiati”, il prete di Modica, ultra ottantenne, che riferisce semplicemente, senza troppi giri di parole, di essere stato contattato telefonicamente da un amico “addetto ai lavori” che lo invitava a raggiungere la sede dei vaccini ed a vaccinarsi utilizzando dosi che non erano consumate. Don Umberto, 81 anni, con diverse patologie, si è recato, senza remore, alla sede indicata dall’amico per ricevere il vaccino, come probabilmente avrebbero fatto la maggior parte delle persone al suo posto, in questo momento in cui la corsa al vaccino somiglia davvero ad una pseudo lotta alla sopravvivenza.
Il prete,ovviamente, non è stato l’unico: la preferenza si è estesa, come si può immaginare, a parenti ed amici.
I cittadini di Scicli, comune dove di fatto sono avvenuti i vaccini, si è generato il caos dopo la notizia: molte persone hanno denunciato l’ingiustizia mettendo in evidenza che nel comune risiedono cittadini malati e disabili che potevano avere precedenza per la somministrazione del vaccino.
Tra gli “imbucati” alle file di Napoli e il passaparola siciliano è emerso chiaramente una mancata organizzazione nelle procedure della somministrazione dei vaccini, che ovviamente la maggior parte della popolazione italiana freme per ricevere, indipendentemente dall’età.
Carla Carro