
Avellino- Nella Sala Penta della Biblioteca Provinciale di Avellino, alle ore 17, si accendono i riflettori su un evento di rilevanza nazionale: il convegno “Manifesto di Ventotene – Una rivoluzione culturale per un’Europa libera, unita e federale”. Un appuntamento che pone Avellino al centro del dibattito culturale e politico contemporaneo, in un momento storico segnato da crisi globali, polarizzazioni e tensioni internazionali.
Promosso dall’associazione “Insieme per Avellino e l’Irpinia”, dalla Società Filosofica Italiana di Avellino, dal Movimento Federalista Europeo (MFE) e dalla Gioventù Federalista Europea, l’incontro ha il patrocinio della Provincia di Avellino.
Il cuore dell’iniziativa è il celebre Manifesto redatto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi durante il confino fascista a Ventotene. Più che un documento storico, esso rappresenta una visione profonda e ancora attuale: superare i nazionalismi per costruire un’Europa federale, fondata su libertà, unità e solidarietà.
Il convegno si trasforma così in un laboratorio di idee, un atto di cittadinanza attiva rivolto soprattutto alle nuove generazioni. A confrontarsi sul palco saranno voci autorevoli del panorama accademico e culturale:
Franco Vittoria, docente di Istituzioni Politiche presso l’Università Federico II;
Giovanni Sasso, presidente della SFI di Avellino;
Alfonso Maria Gallo, segretario provinciale MFE.
A moderare l’incontro Gianni Festa, direttore de Il Corriere dell’Irpinia, e Fabio Galetta.
Non meno importante, la partecipazione degli studenti della classe 3E dell’Istituto Comprensivo “R. Margherita – L. Da Vinci” con le docenti Patrizia Del Gaudio e Barbara Mascolo. Il loro intervento testimonia l’urgenza di parlare ai giovani, coinvolgendoli in un progetto culturale e politico che superi i confini dell’aula.
Il Manifesto di Ventotene, come ricordato da tutti i relatori, è un faro che ancora oggi guida chi crede nella democrazia sovranazionale, nella cooperazione e nella pace. «Il futuro dell’Europa – è stato detto – non può essere affidato ai muri, ma alla cultura, al pensiero, all’educazione e alla partecipazione».
In un’Italia e in un’Europa che sembrano smarrite, Avellino si fa ancora una volta portavoce di un messaggio profondo: la speranza risiede nella costruzione comune del domani, nella coscienza critica e nel coraggio di cambiare.