Il discorso referendario è più complesso di quanto possa sembrare e non riguarda solo gli sviluppi immediati e le ripercussioni di tipo occupazionale. Si tratta di una scelta strategica per il futuro.
A parte le valutazioni di tipo economico e ambientali, pensiamo davvero di poter continuare, per i prossimi 20 anni, ad utilizzare combustibili fossili?
Con il petrolio a 100 e passa euro al barile, la ricerca scientifica sostenuta dai grossi gruppi finanziari, si stava dedicando con un certo impegno allo studio e allo sviluppo di forme energetiche alternative. I risultati iniziavano ad arrivare. Con l’interruzione delle limitazioni commerciali all’Iran e, quindi, con il prezzo del petrolio a meno di 40 euro al barile, alcune società di investimento per le energie alternative sono addirittura fallite. Questo per dire che: se vogliamo cambiare e inquinare di meno non dobbiamo affidarci solo ai vantaggi e agli svantaggi di tipo economico, ma dobbiamo pianificare una strategia energetica. Con il referendum, noi italiani, diremo chiaramente che vogliamo abbandonare i combustibili fossili e investire sulle energie alternative. La legge che vieta le perforazioni entro le 12 miglia già c’è, ma con il referendum diverrà un principio irreversibile, nel senso che nessun governo potrà più cambiare.
Sabato 2 aprile, alle ore 17.30 presso il Circolo della Stampa di Avellino, il partito dei Verdi organizza un incontro pubblico per spiegare ai cittadini le ragioni del Si.