A seguito di richiesta di pubblicazione di una email inviataci al nostro indirizzo di posta elettronica a firma dall’avv. Marianna Vetrano, e pubblicata il 14/11/2017 con il titolo “Vesuviano. Fortuna, dall’età di 8 anni in Orfanotrofio gestito da suore maltrattata e trovata segregata in uno sporco sgabuzzino”, riceviamo e pubblichiamo la lettera di diffida e rettifica, a firma di Scuotto Vittoria (suor Aliberta), inviata alla nostra Redazione ed oggi pervenuta.
“La sottoscritta Scuotto Vittoria (Suor Aliberta), Vi invita e diffida alla immediata cancellazione e smentita delle false notizie, di valenza calunniosa e denigratoria, pubblicate in data 14 novembre 2017 sul quotidiano online “Bassa Irpinia news”, nochè sulla omonima pagina fecebook, riportate nell’articolo intitolato “Vesuviano. Fortuna, dall’età di 8 anni in Orfanotrofio gestito da suore maltrattata e trovata segregata in uno sporco sgabuzzino. Lettera denuncia”., gravemente lesive dell’onore della sottoscritta, Suor Aliberta, nonchè della reputazione e dell’immagine dell’Istituto Verolino e di tutte le consorelle ivi operanti. Il titolo del suddetto articolo, riproduce la lettera denuncia a firma dell’Avv. Marianna Vetrano, e le notizie in esso riportate integrano false e gravi incolpazioni. Ed invero, il documento ivi diffuso riporta gravissime affermazioni che evocano deplorevoli e disumani comportamenti ascrivibili alla sottoscritta, Suor Aliberta, mai tenuti e mai provati, inducendo nella mente del lettore una ingiusta ed intollerabile completa distorsione dell’operato della scrivente all’interno dell’Istituto Verolino, ed in particolare della condotta della stessa tenuta nei confronti di Fortuna. Si riportano di seguito i passi salienti dell’articolo “(…) Volevo porre all’attenzione dei media la storia di questa povera signora. (…) la sig.ra Borriello Fortuna è stata affidata all’età di circa 8 anni all’Istituto Orfanotrofio Verolino di San Sebastiano al Vesuvio (…). In questo convento Suor Aliberta trattava malissimo la povera bambina. Pochi mesi fa, Fortuna, ormai quarantenne, è stata ritrovata dagli assistenti sociali chiusa in uno sgabuzzino dalle suore con sacchi di spazzatura, dunque in condizioni pessime. La donna è stata portata subito in ospedale e quanto è stata dimessa le suore non l’hanno più voluta. Hanno riferito ai dottori dell’igiene Mentale che i suoi familiari erano morti e che la donna, ormai 40 enne, non avesse nessuno oggetto personale. L’hanno letteralmente buttata in strada. L’hanno cacciata dalla struttura che la signora ritiene essere la sua casa, in cui ha vissuto per 30 anni. Inoltre le suore appena hanno visto qualche campanello d’allarme nella stabilità psichica della signora Fortuna non hanno mai contattato i medici, facendola aggravare, fino a quando non ha avuto una brutta crisi e l’hanno dovuta ricoverare. Le stesse hanno approfittato di quella occasione per liberarsi della povera donna (…). Dunque con questa lettera denuncio l’atto disumano che è stato compiuto da persone di chiese (quali le suore di San Sebastiano al Vesuvio) chedovrebbero accogliere e proteggere le persone in difficoltà (…).
Appare evidente la gravità delle accuse ivi formulate: si accusa la sottoscritta di aver trattato malissimo Fortuna; si descrive un desolato quadro della vita di Fortuna come persona abbandonata, non curata, non accudita, non amata e maltrattata durante la sua permanenza presso l’Istituto Verolino; si afferma che le suore non hanno mai contattato i medici per far curare Fortuna; si accusano le suore di aver chiuso Fortuna nello sgabuzzino; si accusano le suore di aver cacciato Fortuna dall’Istituto. Tali accuse palesemente rivolte alla sottoscritta e ad altre consorelle del’Istituto Verolino e tali affermazioni descrittive di un contesto di accoglienza e di assistenza date a Fortuna, all’interno di detto istituto, come disumano, sono del tutto infondate; esse seminano discredito sul decoro e sulla reputazione della sottoscritta e di tutto l’Istituto. Peraltro, considerando la molteplicità delle persone che hanno accesso a tale quotidiano on line e dalla omonima pagina facebook, non è del tutto azzardato ritenere che dette formulate accuse e affermazioni, oltre ad essere di caratura diffamatoria, destano grande preoccupazione per la incolumità della sottoscritta atteso che la espongono apertamente – per il fatto oggetto della falsa incolpazione – ad un grave e attuale pericolo di intimidazioni, ritorsionie danni emotivi. Difatti, appare evidente che le affermazioni “Volevo porre all’attenzione dei media la storia di questa povera signora … Dunque con questa lettera denuncio l’atto disumano che è stato compiuto da persone di chiese (quali le suore di San Sebastiano al Vesuvio) che dovrebbero accogliere e proteggere le persone in difficoltà (…) sono intrinsecamente pericolose e suggestive in quanto pongono palesemente la sottoscritta e le altre consorelle dell’Istituto Verolino sul banco degli accusati. Nell’Istituto Verolino si è sempre vissuta la Fede in Dio e tutto si è ivi svolto, e si svolge, con devozione e con amore del prossimo: Fortuna, sin dall’ingresso nell’Istituto Verolino ha ricevuto le cure ed attenzioni necessarie, pertanto, Vi invito e diffido a provvedere alla cancellazione di detto articolo e di pubblicare la smentita di quanto riportato nello stesso entro e non oltre due giorni dalla ricezione della presente; con l’avviso che, in caso contrario, mi vedrò costretta ad adire le competenti Autorità giudiziarie, onde scongiurare l’aggravamento o la protrazione delle conseguenze delle formulate accuse.
San Sebastiano al Vesuvio (NA) 27.11.2017 Distinti Saluti, Scuotto Vittoria (Suor Aliberta)