In una situazione drammatica come la presente in cui migliaia di irpini e campani soffrono per la penuria di risorse idriche, ci troviamo con una nuova fuga in avanti sul tema della gestione del bene comune acqua.
La delibera della Giunta regionale n. 399 del 25.07.2024 con l’approvazione dello schema di statuto della società “Grandi Reti Idriche Campane Spa” e che di fatto privatizza la Grande Adduzione Primaria, che comprende l’Acquedotto occidentale, l’Acquedotto del Torano-Biferno, l’acquedotto della Normalizzazione e di Cassano Irpino e l’invaso di Campolattaro, è l’ultimo atto di un processo amministrativo che la giunta De Luca sta portando avanti da un paio di anni.
Ho seguito passo passo la vicenda, ho presentato due interrogazioni alla giunta sottolineando le discrasie relative a questa procedura. Ho sostenuto che il sistema di Grande addizione primaria non sia in linea con la normativa in materia di concessioni di grande derivazioni tra regioni o abbia sconfinato in materia di esclusiva competenza statale. Ho sottolineato l’esclusione dei comitati civici dall’Ente idrico campano proprio in una fase in cui si è deciso che la nuova spa pubblico-privata definirà la distribuzione a 4 milioni di campani dell’acqua proveniente dalle sorgenti del Grigliano, del Biferno, di Cassano Irpino e dalla diga di Campolattaro.
In sostanza si privatizza e si addossano le spese non ai privati ma ai cittadini e alle casse pubbliche. Dice la delibera: “in tutto il periodo di riferimento (2024-2053) sono previsti investimenti riferibili a interventi per complessivi euro 2.059,6 milioni di euro di cui 1.029,8 milioni di euro coperti da tariffa ed il restante 50% per euro 1.029,8 milioni di euro finanziati con contributi pubblici”.
Sono con le associazioni che difendono la risorsa acqua bene comune, sono con padre Zanotelli che da anni si batte su questo tema, sono con i cittadini che si vedono sottrarre la gestione di un bene di tale importanza.